Senza Re e senza Regina
In questi giorni convulsi di COVID-19 il traffico aeroportuale del Nord, fino a tutta l’Emilia Romagna, ha subito dei contraccolpi difficili da digerire.
Venezia si attesterà intorno ad un -60%, Verona -40%, Malpensa -60%, insomma una Caporetto, e gli altri intorno non stanno certo meglio, e così in tutta Europa.
Quello che sta a cuore a noi è il nostro territorio, che nonostante la “quarantena” si vuole rialzare.
Di queste ore i primi deceduti anche in Francia e negli Stati Uniti, poi che lo siano per il COVID-19 o per le conseguenze dell’aggravamento dello stato di salute dovuto al virus, va tu a saperlo, certo è che il “dagli all’untore” mosso contro l’Italia è una chiavica di provvedimento globale, e sembra più diretto a spegnere la ripresa economica della locomotiva d’Italia, piuttosto che prevenire seriamente ciò che si può definire una pericolosa influenza, ma che non è certo l’Ebola o la SARS.
In questo scenario fantapocalittico quasi da “World War Z”, non perdiamo la speranza di vedere sorgere il sole ogni mattina, e soprattutto non perdiamo la speranza di liberarci di SAVE, questo sì un virus letale.
Il vaccino c’è, e soprattutto ora che anche i soci di SAVE vedono rosso, non come i tori, ma come il profondo in cui è sprofondato Tessera, è il momento propizio per liberarsi della “malattia”, sia essa con contagi territoriali, che con il ceppo veneziano, e tornare proprietari dell’aeroporto a tutto tondo, prendendo al volo le opportunità che il mercato offre, siano esse Australiane, o di qualche altro continente.
Certamente ora il solito Presidente di Aerogest, che fa squadra con gli infetti, dirà che per saltar fuori dalla crisi del virus è necessario prorogare i patti sine die… o magari fino a fine anno… così da uccidere definitivamente il Catullo e vedere un altro -8 milioni su Brescia, ma garantendo un po’ di respiro a Venezia.
Quindi è giunta l’ora della disinfestazione e del vaccino, prendere coraggio, senza scappare, e affrontare la partita con gli strumenti che la legge consente.
Chiediamo a qualche leguleio se l’ipotesi di abbandonare i patti definitivamente possa andare di pari passo con lo statuto societario, e cosa ciò comporti in termini di partecipazioni e di formazione del CDA.
Se le nostre informazioni non sbagliano, nel caso non dovessero più rinnovarsi i patti, il CDA sarebbe composto da rappresentanti dei soci ad eccezione di SAVE, ma forse ci sbagliamo, e siamo aperti a suggerimenti.
In ogni caso ora anche i “partiti”, che stanno scaldando i motori per le regionali, avranno di che dire e, forse, anche un pezzo di campagna elettorale da fare al Catullo.
Stiamo alla finestra, dopo aver areato i locali.
La corona è deposta e nessuno bacia più l’anello al Doge.
Gerardo Grote
….e noi sempre a Bergamo grazie ad Arena e Save VERGOGNA