… e facciamoci una riflessione ogni tanto.
Questa settimana è stata piena di notizie importanti relative alla questione Catullo, con l’incontro del Fondo Infrastrutturale Australiano che ha visto il Presidente di Aerogest, Giuseppe Riello.
Se n’è accorto anche il Gino della Olga…
Non abbiamo notizie sull’esito dell’incontro, se non quella della presenza anche dell’ex DG Bassetti che collabora con il Fondo in una serie di investimenti in giro per il mondo, e sta assistendolo anche nella questione Catullo. Abbiamo cercato di palare con l’Ing. Bassetti che ha declinato l’invito per questioni di riservatezza. Comunque sia, la presenza dell’ex DG ha portato scompiglio, la sua esperienza internazionale può guidare il Fondo in una eventuale scalata alla Catullo, si augurano in città.
Ora, non è ben chiaro come farà il Fondo ad acquisire una quota di controllo della società di gestione Veronese: Una gara? Acquisizione della quota SAVE e poi gara? Tutto da decifrare, ma comunque molto complicato per com’è stata messa insieme la prima cessione, che noi abbiamo sempre considerato un regalo con la complicità dei soci pubblici. Molte le voci in città, ma anche moltissime le “fake news” che vengono messe in giro ad arte.
Andiamo a ripercorrerne alcune per facilitare i nostri lettori su quanto sia complessa e complicata la situazione del Catullo, e quali siano le difficoltà per un qualsiasi Fondo d’investimento ad entrare.
- E’ sempre molto ricorrente la notizia che al momento dell’ingresso di SAVE in Catullo la stessa Catullo fosse in default, niente di più falso. Basta guardare i bilanci per vedere che nel 2014 il consolidato della Catullo S.p.A. fosse a posto. Certamente non in gran salute, e sicuramente erano necessari i famosi investimenti di rilancio mai fatti, ma era viva e vegeta con una liquidità di circa 14 milioni di euro in cassa. Se andiamo a vedere il bilancio 2017, considerando anche la questione legata all’ipotesi di false comunicazioni sociali per il mancato accantonamento per il pagamento imposto dal Tribunale di Roma, per i servizi di navigazione aerea elargiti da ENAV su Brescia, il bilancio Catullo sta molto peggio di quando è entrata SAVE. Quindi il voler giustificare da parte dei soci pubblici l’ingresso di SAVE, in modo però dichiarato non conforme da ANAC ed Antitrust, per lo stato di default è clamorosamente falso!
- Il bilancio 2018 si presenterà con una perdita importante proprio per la questione ENAV ed urge un aumento di capitale, proprio come nel 2014 quando è entrata SAVE. In termini molto pratici in più di 4 anni di gestione SAVE niente è cambiato per la Catullo, nessun investimento, in più le tariffe sono state ridotte dall’ente regolatore per mancanza di investimenti, e soprattutto nessuna strategia di sviluppo a favore del territorio.
- Un eventuale aumento di capitale può essere sottoscritto solamente dal socio SAVE, e così facendo i soci pubblici vedrebbero le loro quote diluite se non addirittura azzerate. Danno erariale importante di cui gli stessi soci pubblici dovrebbero rispondere di fronte alla Corte dei Conti. Lo faranno allora l’aumento di capitale per completare il regalo a SAVE dell’amico Marchi? Noi crediamo sia molto difficile e molto rischioso e non credo che i soci pubblici siano così fessi ….
- La soluzione e unica via maestra rimane la gara, ma anche questa sembrerebbe compromessa da patti parasociali sottoscritti con SAVE nei quali (sembrerebbe, a detta dei ben informati, condizionale è d’obbligo) viene concesso a SAVE dell’amico Marchi il diritto di prelazione sulle quote dei soci pubblici. Roba da pazzi, è come aver pre-confezionato la vendita già nel 2014 nel momento d’ingresso della stessa SAVE. Situazione incredibile e certamente materia per la Procura e la Corte dei Conti.
- Ci si appella ai famosi Pareri, che oggi sono diventati 2. Uno fatto dal comitato dei saggi che metteva dei paletti importanti con la sottoscrizione del piano industriale approvato dall’assemblea dei soci, e poi un secondo parere, guarda caso, fatto dal presidente del comitato dei saggi che cambia idea e sembra che elimini i precedenti paletti, consentendo a SAVE di entrare senza la sottoscrizione del piano industriale approvato dall’assemblea del 2013, e senza impegni di investimenti di rilancio. E’ per questa ragione che alla Catullo non si muove nulla, e adesso gli stessi soci sono in grande imbarazzo.
- L’ingresso di SAVE in Catullo è stato accolto da buona parte della città come una grande soluzione per uscire da un trentennio di mala gestione politica, per la quale non ha pagato nessuno se non i dipendenti che hanno perso il lavoro ed i soci pubblici che hanno dovuto ricapitalizzare continuamente le perdite, frutto delle ruberie fatte negli anni. Poi nel tempo molti hanno capito che le cose non stanno proprio così e che la vera finalità di SAVE era quella di ridimensionare la Catullo a favore di Venezia. Con l’ingresso dei nuovi soci in SAVE si è puntato in alto, raddoppio del traffico dello scalo di Venezia per far quadrare i conti. E come realizzarlo? Semplice, uccidendo la Catullo e spingendo affinché il traffico utilizzi Venezia come scalo di riferimento. La prova provata di questa situazione è la presentazione di un piano di sviluppo che prevede un forte ridimensionamento dello scalo e la conseguente riduzione dei movimenti concessi che – come noto a tutti – saranno ridimensionati dagli 80 mila (richiesta del precedente piano) ai 42 mila. Ci chiediamo, ma dove sono i nostri politici (ben 18 siedono a Roma)? Siamo purtroppo costretti a rispondere a guardare da un’altra parte. Dobbiamo, però, ricordare gli sforzi degli On.li Dal Moro e Businarolo e per un periodo del Senatore Bertacco, comunque poco rispetto alla serietà della situazione che compromette lo sviluppo e la crescita del territorio del Garda ed anche quello del Trentino.
Tutto considerato diventa ovvio ed evidente che il Fondo si troverà di fronte a delle difficoltà serie ma non insormontabili per far sua la Catullo S.p.A.. Siamo i primi a sperare che possano essere superate, ma non possiamo certo negarle.
In questi più di 4 anni, abbiamo assisto al teatrino della politica locale e soprattutto dei soci Catullo con dichiarazioni che lasciano sconcertati. Da “la Società è stata risanata” del Presidente Arena, niente di più falso, al “SAVE farà grandi cose” del Presidente Riello che lascia il tempo che trova (entrambe dal 2015 – ndr). Oggi il bilancio è molto povero con Verona che cresce con traffico low cost domestico e Brescia sempre più fantasma.
Con il senno del poi ci chiediamo: se si fosse andati in gara nel 2013 oggi le cose sarebbero completamente diverse?
La risposta è che un Fondo infrastrutturale si interessa alla Catullo S.p.A. nonostante i numerosissimi ostacoli preparati ad arte dai soci pubblici per rassicurare Marchi che la Catullo sarebbe diventata tutta sua.
c’è un discreto silenzio ultimamente e mi lascia alquanto stranito il fatto che sul sito dell’aeroporto non siano stati ancora caricati gli orari dei voli (2 in croce) invernali.
Di solito questo processo di aggiornamento iniziava 2 mesi prima del cambio stagionale, ma ad oggi mancano solo 24 giorni alla fine della stagione estiva.
è seppur cosa di scarsa importanza ma che sia presagio di qualche sorpresa?