Aeroporto Catullo – Il Polo si dissolve

 
 

Colpa del Virus dell’idiozia

Vi avevamo già dato i numeri del disastro per il traffico aeroportuale e puntualmente abbiamo ricevuto la conferma, e questa volta direttamente dal Doge in persona, che martedì scorso ha rilasciato un’intervista al Corriere di Verona e ha confermato il dato da noi anticipato domenica, ovvero il prossimo – 60% di traffico a Venezia.

Ora proviamo con un’altra previsione.

SAVE chiuderà Treviso con la scusa del Corona virus, e sposterà tutto il traffico residuo a Venezia, per risollevare le sorti, o almeno per provarci, ma soprattutto per pagare i debiti che si accumulano.

Ad oggi il finanziamento che Marchi aveva ricevuto da DB (Deutsche Bank) e Infravia, più di 880 milioni di euro, non vede rispettato il piano di restituzione, vuoi per il traffico claudicante (e ora ammazzato con il CoVid – 19) di Venezia che, a parte la contingenza quest’anno, chiuderà dopo Napoli e Bologna, vuoi anche per il fatto che SAVE sia stata sopravvalutata al momento della cessione.

In questo sublime panorama cosa accade al Catullo?

Accade che nel silenzio delle strade cittadine vuote compaia il Doge e si ritrovi a chiacchierare con Aerogest, tutti ospiti del Sindaco, e che pur con tutto quello che è stato scritto in questi anni, proprio chi ha sospeso i patti parasociali proponga il rinnovo tout court di quelli contestati, e lo proponga per 5 ANNI (cinqueaannisenzavincoli), così da ingrassare di nuovo SAVE, ma con la promessa del marinaio della laguna, di realizzare 125 milioni di investimento nel Catullo.

Ma come?

Ma perché?

Si scopre che i 125 milioni erano indicati da DB per il Catullo (e Brescia), ancora all’ingresso in SAVE, ma che ora quei quattrini non ci sono più, proprio perché Venezia non sta bene, e deve far fronte ai propri guai.

Sono volati gli stracci, a quanto riferito dagli insider, e la proposta perorata anche dal Presidente Riello, è stata fermamente respinta sia dai restanti soci di Aerogest, che dall’interpellata Fondazione Cariverona, che tanto ha fatto in questi due anni per far tornare in auge il Catullo (e Brescia), e che sa che per sviluppare entrambe le aerostazioni ci vorranno almeno 600 milioni.

Quindi il Polo Aeroportuale del Nord Est s’è sciolto come neve al sole, e chi ha cercato di tenerlo in vita artificialmente dovrebbe, con coraggio, scappare… a gambe levate…

Svendere il territorio per che cosa?

Ora serve davvero un buon vaccino

Gerardo Grote

 
 

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