Aeroporto Catullo – Il canto del cigno

 
 

Note stonate

Ieri pomeriggio, nella sede dell’aeroporto Catullo, si è tenuta un’infuocata assemblea.

Protagonisti: il Doge (Dott. Marchi), l’uomo di sale (il Presidente Riello), Joker (il sindaco di Villafranca), il Giusto (l’avvocato della Fondazione e delegato dal Comune), il pubblico (i soci silenti, il Collegio Sindacale e il C.d.A.), Giandomenico Fracchia (Il Presidente Arena).

Chi ha acceso la miccia è stato il Giusto, che ha posto dei quesiti mirati al Doge e al Sig. Fracchia. Quesiti che l’uomo di sale avrebbe dovuto porre a propria volta al Doge su incarico dell Sindaco di Verona, che rappresenta nella società Aerogest.

Il timore che il Doge potesse divorarlo, deve aver tenuto l’uomo di sale… in salamoia, e Fracchia a minimizzare.

Joker ha preso la parola sostenendo per una buona mezz’ora la propria buona azione sostanziatasi nella donazione al Doge della propria quota del Catullo. Ovviamente altro non poteva sostenere, essendo in scadenza di mandato ed avendo ora la grana Corte dei Conti da risolvere.

Il Doge è apparso trasfigurato con le carotidi ingrossate e l’occhio infuocato! Voleva avere ragione e con la voce interrotta dal nervoso, quasi colto da isterismo, confermava i dati del bilancino, confermava che il peso era giusto.

il pubblico era silente.

Il Giusto, non trovando sponda nel rappresentante pubblico, non avendo reazioni dall’uomo di sale, pretendeva che venissero verbalizzate le contestazioni.

Si comprende che il Catullo sia in mano a sbandati della prima repubblica (r minuscola), che probabilmente qualcosa hanno da nascondere, nei silenzi e nelle reticenze, e qualcosa hanno a che pretendere per i silenzi da mantenere.

Ciò che balza evidente è che la sinfonia non ha suonato al solito, con una veloce sveltina di quattro note, ma si è fermata tra le note stonate dell’uomo di sale e di Joker.

Chi perde è il territorio che attendeva una presa di posizione da parte dei suoi rappresentanti, Arena e Riello, oltre che da chi controlla i conti, ovvero il Collegio Sindacale.

Il Catullo è parte del territorio, il Doge è avulso dal territorio e certamente non ha a cuore che il suo portafoglio, a tal punto da minacciare l’azione di responsabilità contro il precedente C.d.A. (azione prescritta) nel quale militavano anche persone degne che si sono strenuamente opposte allo scempio del Catullo, ma contro le quali il Doge si scaglia solo per essere queste in diretto contatto con i soci dissenzienti.

L’azione al TAR contro la delibera dell’ANAC, delibera che è stata definita dal Doge buona da usare in bagno, essendo per il medesimo l’ANAC solo un passa carte, non ha trovato risposta.

Non resta che attendere la prossima nota, molto poco melodica.

De profundis con responsabili(s).

PS: Confindustria e Procura della Repubblica N.P.

 
 

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