Sfatiamo un mito, anzi 2
SAVE ha dichiarato, e per lei anche tutti gli interpreti, che da quando è entrata sono stati fatti molti investimenti.
Il Piano Industriale del 2013, poi cestinato, prevedeva almeno 135 milioni di investimento. Diciamo almeno perché erano i primi investimenti che sarebbero partiti e poi, come Bologna, Bergamo e Venezia stessa, solo per citarne alcuni, gli investimenti sarebbero aumentati in ragione dell’aumento delle necessità delle aerostazioni, con nuovi passaggi e rotte, e nuovi partner cargo per Brescia.
SAVE, invece, ha solo gestito (e male) la normale amministrazione, i soldi spesi per la sistemazione della pista, o per ridisegnare il piazzale, o ancora per “mettere a posto” quella di Brescia, mantenendone le lucine senza sostituirle con nuovi e più moderni sistemi, sono solo spese necessarie per mantenere in vita le concessioni, altrimenti ENAC avrebbe tirato le orecchie.
Nulla di più è stato fatto, tanto è vero che il presunto nuovo investimento su Verona, già annunciato nel 2016 (quasi 4 anni), sarebbe stato la sistemazione dell’area partenze, il famoso progetto “Romeo”.
Un semplice maquillage che alla lunga non avrebbe retto, e non reggerà, l’urto dei passeggeri in aumento, sempre ché avessero lavorato parallelamente per portarli.
Veniamo ai dati.
La stagione estiva 2019 (giugno-luglio-agosto) ha mostrato numeri preoccupanti.
Il traffico interno (o domestico), a Verona, continua a crescere molto di più della media nazionale con un 11,83%. Ora diranno: ”Avete visto che siamo bravi, e abbiamo portato traffico?”
La media nazionale per il traffico domestico è stata di un misero 0,77%, quindi su questa componente di traffico Verona è cresciuta più di 15 volte della media nazionale. Sul fronte internazionale, nei 3 mesi estivi presi a riferimento, Verona cresce del 2,7%, mentre la media nazionale per lo stesso periodo è stata quasi del 6%, a conferma della vocazione di aeroporto low cost interno (o nazionale che dir si voglia) imposto da SAVE.
Veniamo al “comunicato stampa” del Sindaco.
Come al solito annunci e poi il nulla, anzi di nuovo tra le braccia di Mangiafuoco.
Quello che non viene detto nel comunicato stampa, è che un anno fa, come avevamo scritto, e come anche la Olga aveva visto, in Camera di Commercio, al cospetto del Sindaco e del Presidente di Aerogest, si era seduto un Fondo infrastrutturale australiano, il First State Investment, e aveva portato una proposta d’investimento per le due aerostazioni per parecchie centinaia di milioni.
Il Fondo aveva trovato sponda solo nella Fondazione Cariverona, mentre i due maitre a pensier di Aerogest lo avevano snobbato, perché per fare l’investimento il Fondo chiedeva una gara ad evidenza internazionale e il 75% della Catullo. Eccheccavolo! Portava via la scatolina…
Invece ora si vaneggia di rinnovo o prolungamento dei patti parasociali, con un tavolo paritetico con il socio/partner industriale. Ma nei patti c’era la consegna dell’80% della scatolina a SAVE…e SAVE nulla ha investito da cinque anni in qua… Miserie…
Perché queste sconcezze? Perché insistere con un socio/partner che sta già facendo le valige e che ha come unico scopo veder morire il territorio?
Bisogna essere proprio lungimiranti e soprattutto bradipi, nel muoversi così velocemente per far ripartire l’aeroporto anche in vista delle Olimpiadi del 2026.
Forse che sia necessario fare un altro regalino a SAVE, o forse che, invece, si traccheggia come in altre situazioni perché il coraggio manca, e non si sa che pesci pigliare?
Dov’è lo scatto, il colpo di reni, l’idea rivoluzionaria della politica cittadina?
Aspetteremo le repliche e nel frattempo tiriamo i dadi cercando di non finire in prigione senza passare dal Via.
(PS: avevamo già scritto un pezzo che s’intitola I soldi del Monopoli, nulla è cambiato, anzi, l’unica cosa è la manifestazione d’interesse australiana, che nessuno ha voluto far valutare ai soci assumendosene la responsabilità)