Quando le proposte non vengono rese pubbliche
Il Fondo Australiano ha tutta l’intenzione di investire nelle infrastrutture, è il suo core business.
Da 23 anni investono nelle infrastrutture, gestiscono più di 8 Bilioni di capitali, partecipano tra l’altro nelle commodities europee come E-On, Caruna, Finerge, ed in Australia l’Aeroporto di Adelaide e Brisbane. Non hanno vocazione speculativa.
Perché proprio Verona?
Per le potenzialità di sviluppo che offre sia nel medio che nel lungo termine, e per il fatto che, così depresso, ha ottimi margini di miglioramento.
Quindi il Fondo che fa? Propone ai soci di entrare con l’acquisto del 75% della società, e come? Con una gara che obblighi anche SAVE a vendere in ragione della sottoscrizione dello sviluppo dei due scali, con un investimento di c.a. 500 milioni.
Che male c’è? Nessuno, si dirà, i soci pubblici mantengono una partecipazione che ne garantisce utili e permette il “controllo” della realizzazione del Piano d’Investimento.
Per realizzarlo l’aumento di capitale sarebbe di c.a. 100 milioni, mantenendo i soci pubblici un piede sostanzioso in società.
Tutto troppo semplice.
Il progetto prevede a regime una capacità aeroportuale di c.a. 8 milioni di passeggeri su Verona, e di c.a. 500 mila tonnellate di merci e 6 milioni di passeggeri su Brescia.
Nota per il lettore, il Fondo ha studiato tutte le carte di SAVE, avendone valutato l’acquisto, ma essendo impossibile sviluppare ulteriormente Venezia, per i prezzi esposti dal Mercante lagunare, ha desistito.
Il perché è presto detto, SAVE ha una valutazione di un miliardo e duecentomilioni di cui 450 circa di debito puro, e deve restituirlo in dieci anni con gli interessi. Ad oggi ci dicono che il Piano Industriale non giri e il Doge faccia fatica a pagare, ed a spiegarsi con i nuovi soci.
Quindi i 60 milioni su Verona, contenuti nel Piano Industriale di SAVE, sono briciole, che spalmate da oggi al 2030, non sono nulla, e certamente insufficienti a rilanciare Verona.
Tra l’altro, di fatto, deve essere messa a gara la progettazione del progetto Romeo, dopo la realizzazione della progettazione sarà messo a gara il progetto e forse tra un paio d’anni potrebbero essere aperti i cantieri. Intanto? Intanto si va avanti così, con il caos in Aerogest, i soci che litigano tra loro perché non sono tutti allineati, il presidente di Aerogest che si attende qualche fiondata dal Doge, e i patti parasociali capestro che scadono nell’aprile 2019.
Il traffico che ristagna e nessuna programmazione, se non voli low cost per mete “outgoing”.
Il giro del tavolo in 80 secondi. Prima di andare a Fondo.
Probabilmente, essendo la proposta del fondo in inglese, non sarà stata compresa.
Magari fosse l’inglese l’unico problema. Qui si parla di montagne di ignoranza e incompetenza. Una classe politica ed imprenditoriale di spessore imbarazzante.