L’aria viziata obnubila le menti.
Questa mattina leggiamo l’articolo del collega Aldegheri dal titolo “Catullo, rapporti con SAVE, scatta vertice Cariverona Aerogest” dove continua a fare confusione e ci permettiamo di correggere alcune cose che riteniamo più che inventare, per non dire “fake news”:
1)- i patti parasociali sono stati firmati nel 2014 e non il 2013 come afferma nel pezzo di questa mattina Aldegheri. La Manifestazione d’interesse risale all’Agosto del 2013 e poi quasi un anno di “due diligence” che ha portato all’acquisizione del 2% del Comune di Villafranca e, successivamente, all’aumento di capitale che oggi risulta essere sotto la lente di ingrandimento della Procura. Da evidenziare come altra procura abbia aperto senza molti indugi un capitolo giudiziario su un’altra società di gestione la Airgest di Trapani (https://www.lastampa.it/2019/01/22/italia/doppia-inchiesta-sullaeroporto-di-trapani-indagati-AQR6HXdfdDfl2zWgXLwIWM/pagina.html). Chissà come mai la nostra latita…
2)- Non è assolutamente vero che il Catullo stesse rischiando il fallimento. Abbiamo già approfondito i dati e basta leggere il bilancio per notare che le perdere erano scese da -26 milioni del 2011 a -3,2 milioni del 2013. Tutto questo è stato possibile con un aumento di capitale fatto dai soci per 14 milioni e la cassa integrazione che ha portato all’uscita di circa 140 persone. Quello che invece doveva avvenire con l’ingresso del partner industriale era il rilancio con investimenti importanti, mai avvenuti con l’ingresso di SAVE che aveva invece ben altre idee per la Catullo, e che purtroppo abbiamo vissuto sulla nostra pelle.
3)- Il sistema aeroportuale del Nord Est era un progetto pensato e scritto negli uffici della Catullo è utilizzato come sorte di cavallo di Troia da SAVE per appropriarsi delle quote e mettere le mani sulla Catullo, Verona era l’unico competitor della SAVE sul territorio. Sin dal primo giorno non era nei piani di SAVE fare il Sistema e questo lo abbiamo capito tutti, anche ultimamente, con la cessione dello scalo di Trieste a F2i. SAVE non ha nemmeno fatto una proposta di acquisto per il 55%, ma questo lo avevamo immaginato, SAVE acquista solo a prezzi di saldo come avvenuto per la Catullo, e come abbiamo evidenziato.
4)- Siamo perplessi per il continuo riferimento di un potenziale ingresso di F2i nella compagine Catullo. Ricordiamo al collega Aldegheri che serve fare una gara come avvenuto a Trieste e non una vendita tra amici come vuole fare credere nel pezzo. Serve fare una gara, ma prima della gara un piano industriale che copra tutte le esigenze del territorio per il medio lungo termine. Capiamo che tutto quello che succede a Verona si basa sul consociativismo spinto, ma che anche il nostro collega ne parli come una cosa del tutto normale ci sorprende. Tra l’altro una ricerca in rete sui rapporti tra le Fondazioni bancarie e CDP, avrebbe illuminato il nostro (https://www.milanofinanza.it/news/cdp-punta-alla-vittoria-con-f-cariverona-201709251339269203
5)- che il Presidente Riello sia un “soldato” di Marchi e insieme ad Arena abbiano hanno lavorato in questi anni per coprire le “porcate” di SAVE, non lo scopriamo noi, ma lo affermano gli stessi indirettamente, avendo sempre osannato sia i presunti investimenti, che i mirabolanti risultati. Scherzosamente sono stati soprannominati Salz Man e Fracchia, ruoli che nelle mani del Megapresidente possono essere attribuiti. Nell’ombra si è sempre mossa la sagoma del Dott. Dall’Oca, che è tornato in auge nel periodo delle vacanze natalizie, per spegnere gli entusiasmi dei Presidenti di Aeroporto e Camera di Commercio rispetto alla presa di posizione nel C.d.A. del 19 dicembre. Tanto è vero che nei recenti articoli, suggeriti da SAVE per creare scompiglio, il buon Riello viene messo in contrapposizione ai soci pubblici che dovrebbe guidare in Aerogest, e il buon Arena è tornato a suonare le fanfare per i risultati mirabolanti di SAVE. Noi siamo sempre più convinti che se Riello ed Arena non saranno allontanati dai loro incarichi in Aerogest e Catullo non si arriverà da nessuna parte. Per concludere l’analisi del pezzo del Woodward di Verona ci chiediamo per quanto tempo ancora dobbiamo leggere una stampa locale che invece di dire le cose come stanno continua a seminare fake news?
Veniamo a L’Arena di oggi.
Confindustria muove lo scrivano.
Prende spunto dalla mozione n.14 (già pubblicata) dei Consiglieri pentastellati della Provincia di Trento, per arrivare a confermare, dopo un anno che ne parliamo, che SAVE non ha fatto investimenti ed ha messo nel cassetto i minimi utili per il rilancio del territorio. Il Masterplan, che prevede il casello autostradale della A22 e il collegamento ferroviario con la stazione Porta Nuova, altro non sono che chimere per le tempistiche di realizzo.
Talvolta l’umiltà servirebbe.
In ogni caso l’articolo dimostra che la volontà di far uscire SAVE è certificata, e solo i prodi Arena e Riello tengono in vita la partita, che altrimenti sarebbe già chiusa.
Cosa faranno i soci pubblici? Quali idee hanno per lo sviluppo?
Noi insistiamo con la necessità di mettere in gara il Catullo con le sue due concessioni, con un piano d’investimento certo, e sottoscritto da tutti, SAVE esclusa, tanto i soldi non li ha.
Una nuova cabina di regia serve per tagliare definitivamente i rami secchi.
Forza e coraggio, non vorremmo vedere nuove “trescate” e scoprire che chi ha affossato Verona, il proprio territorio e il Catullo, resti a gestire anche solo un bar.
Aprite le finestre e cambiate l’aria.
M.C.
Bisogna capire cosa intende fare il Comune, se restare nella partita o cedere a Fondazione.
Questa sarebbe una mossa libera quattrini.
Mah.
È Hold style perché sono tutti fermi o sarebbe Old?
In ogni caso complimenti!