I limiti della Politica e dell’economia
La vittoria di Pirl(o)a e quella di Riell(o)a
Alla fine avevamo ragione…
Marchi è “morto” viva Marchi.
Nessuno augura la dipartita, ben inteso, ma di fatto a luglio prossimo, o giù di lì, lo saluteremo!
Orpo che accade in quel di Venesssia?
Accadde che a luglio scadano gli accordi con i fondi “sovrani” di SAVE, e che il “nostro” (mica tanto) Marchi debba mollare tutto poiché non in grado di ricomprare la baracca.
La questione è nota nel mondo finanziario, e anche in quello dei trasporti. Solo a Verona i politici e gli industrialoni sembrano non sapere.
Leggiamo di mirabolanti partecipanti in SAVE e di soldi del Monopoli che viaggiano da qui a lì e da lì a qui… con prossime quotazioni in borsa della supermega Finanziaria Internazionale!
Nulla di nuovo sotto il sole dal 2014.
Chi non l’ha compreso sono gli abbagliati dal “Re Sóle”e non curanti dell’inc… infiocinata che a breve arriverà se non si organizzano.
Luglio è dietro l’angolo e decidere di consegnarsi ora al Doge sembra sia solo di alcuni in Aerogest, ahi noi, e nemmeno hanno a cuore le sorti del territorio, basti vedere cos’ha messo in campo la Camera di Commercio per rilanciare le attività ricettive e ristorative per la prossima estate…
Gli altri soci pubblici, se fossero lungimiranti, aspetterebbero agosto, portando con calma l’acqua in temperatura e arrivando a bollire la rana.
Se rimanessero compatti potrebbero aspettare e nel frattempo partecipare unitariamente all’aumento di capitale e contemporaneamente attendere il “bollito misto con la peará” (doge e dama…).
Sciogliendo Aerogest, e scegliendo il vetusto Romeo, hanno fatto la mossa più utile al Doge per permettergli di vendere con poca spesa su Verona e Brescia e un ottimo guadagno in uscita.
Complimenti, e si battono tutti la pacca sulla spalla felici di andare verso la castrazione, non la propria, anche se sembra proprio che sia ciò che cercano per non dare soddisfazione a chi li vota, ma la castrazione definitiva del Catullo con la realizzazione del progetto meno utile che si potesse fare: il progetto Romeo. Questo perché una volata lanciato il progetto, quello rimane, anche se Marchi se ne andrà, e quello sarà la fine degli sviluppi possibili perché nessuno di coloro i quali andrà a comprarsi SAVE metterà mano al portafoglio per spendere di più di quanto voluto dalla politica cittadina e dai soci.
Appunto, a quale volontà dovrebbe appellarsi chi compra?
Poi se consideriamo la tempistica del progetto proposto, il terminal partenze ristrutturato vedrà la luce non prima del 2026 quando ormai il traffico avrà recuperato quello del 2019 e sicuramente avviato verso i 5 milioni di passeggeri che non potranno essere gestiti nel terminal proposto, vi pare modo di pianificare questo?
Poi c’è che invoca il collegamento ferroviario tra aeroporto e stazione, dimenticando che quest’investimento costerà quasi 6 volte quello che si spenderà per il progetto Romeo, vi pare normale tutto questo? Non era meglio puntare su un progetto più ambizioso che garantisse capacità per il lungo termine?
I soci si muovono in ordine sparso e questo accade per motivi poco chiari, o forse che non si possono dire, certo è che così facendo favoriscono ancora chi ha portato il Catullo e il D’Annunzio ad essere tra gli aeroporti più vetusti strutturalmente.
La partita è in corso e vedremo quale sarà la squadra vincente, certamente quella più “sveglia”.
Oggi ci pare che l’unico che dica le cose come stanno sia Bertucco, ahinoi… e questa la dice tutta sulla confusione e incapacità di panificare il futuro del nostro territorio.
Cra cra, fa la rana prima di bollire…
Gerardo Grote