San Zen che ride
L’on.le Dal Moro, deputato PD, ha presentato un’interrogazione parlamentare al nuovo Ministro dell’Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere, in sintesi, “Quale decisione intende prendere il Ministero rispetto alle decisioni assunte da ANAC e dall’Antitrust in riferimento alla mancata gara ad evidenza pubblica”.
Il comunicato ricevuto dall’On.le Dal Moro che abbiamo pubblicato tocca i punti salienti della vicenda Catullo-SAVE diventato un giallo per gli intrecci della situazione.
Ricordiamo che lo stesso Dal Moro aveva presentato nel novembre 2015 una prima interrogazione parlamentare al collega di partito, il ministro Delrio che è subentrato a Lupi e quindi non direttamente coinvolto nella questione Catullo – SAVE.
Dal Moro nella sua 1° interrogazione parlamentare, chiede al Ministro come sia stato possibile un operazione del genere senza passare attraverso una gara pubblica visto anche il D.M. n. 521/1997 e relative direttive in materia. La risposta per conto del Ministro Delrio la da l’On.le De Caro, sottosegretario ai Trasporti che risponde “picche” al compagno di partito Dal Moro, arrampicandosi sugli specchi che ha tutti i contorni di una risposta che vuole nascondere più che chiarire. Afferma che “sono state assunte dettagliate informazioni presso l’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC)” per poi smentirsi da solo dichiarando che “ENAC riferisce di non aver espresso alcun parere…che l’operazione era lecita ed aveva superato tutti i necessari controlli sia di ENAC e Ministero”. Ci chiediamo se tutto ciò sia possibile e che un sottosegretario possa dichiarare quello che ha detto l’On.le De Caro per poi essere smentito clamorosamente pochi mesi dopo dall’Antitrust ed ANAC.
La situazione la conosciamo tutti, con l’ingresso della SAVE nella compagine societaria della Catullo SpA, la gestione della società continua ad essere sempre più confusa e piena d’incertezze. Con il nuovo governo che ha più volte annunciato di aver a cuore la legalità delle situazioni irregolari e di voler bonificare quelle in sospeso per mandare un segnale forte, ha certamente un bel da farsi di fronte ad un’operazione tra le più classiche della prima repubblica come quella tra la Catullo SpA e la SAVE. La storia nota ai più con un imprenditore locale scaltro, cresciuto e diventato ricco e famoso all’ombra del Governatore Galan e quindi ben appoggiato dalla politica Veneta, di quella che conta, si fa vendere dai compiacenti soci pubblici della Catullo SpA di Verona il 40% della loro società aeroportuale (senza gara) ormai caduta in disgrazia per una gestione politica della società che l’ha portata alla soglia del fallimento. Un affare tra amici si potrebbe definire, tanto in Veneto le leggi e direttivi non valgono visto la fine che hanno fatto le nostre banche.
Nonostante la criticità della situazione societaria, la Catullo SpA resta, sempre e comunque, una società interessante per il mercato nonostante il quasi default e soprattutto perché ha ben 2 concessioni quarantennali in pancia ed è al servizio di un territorio tra i più ricchi e produttivi d’Europa.
L’operazione si chiude con la complicità di tutta la politica Veneta, Regione Comune Province di Verona e Trento e soprattutto la Camera di Commercio che tiene le fila tra i soci. L’affare si chiude per circa 24 milioni di euro per il controllo e 40% del capitale sociale, niente male per 2 aeroporti ubicati strategicamente sul territorio nazionale. Per i soci Veronesi diventava comunque una speranza che questa mossa fatta dagli amministratori locali portasse al rilancio degli aeroporti di Verona e Brescia. La cronica dei fatti ci dice che la Catullo sia caduta dalla patella alla brace con la SAVE di Marchi per il semplice particolare che la SAVE di Marchi, che nel frattempo è finita in mano alla Deutsche Banche ed il fondo Francese Infravia per circa il 90%, prevede nel Piano Industriale SAVE, il ridimensionamento della Catullo a favore di Venezia in cui hanno appena investito appena 1.1 miliardi di euro, e non hanno intenzione e voglia di sviluppare per gli scali di Verona e Brescia come promesso da Marchi con quello di Brescia ormai in piena catalessi da 18 anni con costi insostenibili sia per lo stato (servizi di polizia di frontiera, Dogana Vigili del Fuoco e GdF presenti in aeroporto) che per la società di gestione, che assicura i collegamenti aerei per il territorio del Garda e del Trentino Alto Adige.
La situazione ora è molto complicata con gli organi di controllo che si sono espressi finalmente sulla questione Catullo – SAVE a seguito di un esposto fatto dal Presidente dell’ONLIT, Dario Balotta e l’On.le Businarolo del Movimento 5S. Il Presidente dell’Antitrust, Dr. Pitruzzella, precisa in un parere pubblicato in data 10 luglio 2017 proprio in merito all’acquisizione di controllo congiunto della società Aeroporto Valerio Catullo di Villafranca di Verona da parte della società SAVE S.p.A., ed fa riferimento ai sensi dell’art. 21 L. n. 287/90 rivolto ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti ed all’ENAC (AS1394), che “il D.M. n. 521/1997 dispone che la scelta del socio privato di maggioranza di tali società di capitali debba avvenire secondo procedure ad evidenza pubblica, con un confronto concorrenziale che tenga conto delle capacità tecniche e finanziarie dei soggetti interessati”. Inoltre, il parere precisa che lo stesso Codice degli Appalti, all’art. 5 c. 9, sancisce che “la scelta del socio privato di società miste debba svolgersi con procedure ad evidenza pubblica, in presenza di una disposizione di legge che autorizzi la costituzione di società miste per la realizzazione e/o gestione di un’opera pubblica o di un servizio”. Tale articolo è stato applicato dalla giurisprudenza al fine di impedire che un privato possa acquisire l’affidamento di un servizio pubblico senza un previo confronto concorrenziale.
Segue poi in data 1 Marzo 2018, l’ANAC con delibera n.189 si esprime sull’esposto presentato dalla ONLIT precisando che l’operazione d’ingresso della SAVE nella compagine societaria della Catullo sia “non conforme alle previsioni del codice dei contratti e del diritto comunitario la cessione delle quote di proprietà del Comune di Verona Villafranca nel capitale sociale della società CatulloSpA” ed invia gli atti alla Procura di Verona e Corte dei Conti.
A seguito dell’invio del fascicolo dall’ANAC, in aprile 2018, la Procura di Verona apre un indagine nell’ambito dell’ingresso della SAVE nella compagine societaria della Catullo dove prefigura il possibile reato di abuso d’ufficio.
La partita è ormai in mano al nuovo Ministro che parla sempre di “legalità” ad ogni costo, per lui questa sarà una prova non da poco e la risposta all’On.le Dal Moro diventerà una sorte di “stella polare” per il nuovo corso del Ministero.
Di “affari riprovevoli” come quello tra la Catullo e SAVE ce ne sono tantissimi e crediamo che quello relativo alla Catullo non sia in assoluto tra i peggiori, il Ministro Toninelli dovrà dimostrare che sotto la sua guida il Ministero ha imboccato sicuramente un nuovo corso.