Evviva non siamo più soli a scrivere di quello che hanno combinato i soci pubblici…
Nell’edizione del Corriere di Verona di domenica leggiamo, quasi con stupore, un articolo dal titolo “Il Comune Critica il Catullo in un’Audizione all’ANAC. Il Piano Industriale Disatteso”. Notizia importante e che circolava da mesi, per noi di Verona News solo una conferma di quello che scriviamo da gennaio, ma quello che sorprende di più è che mai prima d’ora la verità su quello che sta succedendo alla Catullo sia stato pubblicato da un quotidiano locale. L’articolo evidenzia “la grande truffa” e come i soci Catullo abbiano dato il colpo del KO alla nostra società di gestione.
Noi vorremmo comunque ricordare che l’accordo con SAVE sia stato il colpo (truffa) finale, perpetrato nei confronti del territorio. A SAVE va comunque riconosciuto il merito di aver affossato lo scalo di Verona da subito, per eliminare il concorrente più pericoloso lasciando poi al suo destino lo scalo di Brescia sempre più fantasma.
Ma tutto questo lo sapevamo già noi Veronesi, non per averlo letto su quotidiani locali o sulle TV provinciali, che si sono guardati bene dal trattare il problema Catullo. Era comunque facile per chiunque capire che con il nostro scalo stavamo toccando il fondo, basta andare a vedere l’aeroporto, piccolo, mal gestito, ed arrivare ai monitor per leggere i pochi voli in arrivo e partenza. Uno scalo che doveva essere rilanciato e che ha invece ha pochissimi voli “crescendo” quasi esclusivamente con voli low – cost su tratte domestiche.
Tutto questo è noto, quello che fa scalpore è che un giornale locale cominci a parlarne. Fa quasi tenerezza poi il consigliere Bertucco, molto attivo in questo periodo sul tema aeroporto e noi ci chiediamo dove sia stato fin’ora il consigliere storico dell’opposizione? Cos’ha fatto per denunciare lo scempio che avveniva negli ultimi decenni? Rispondiamo noi per il Consigliere Bertucco: nulla…
Il problema della società di gestione Catullo esiste da sempre, e da sempre viene spremuta dalla politica locale senza che nessuno si sia mosso. Così facendo siamo rimasti indietro e la concorrenza ha spiccato il volo, basta consultare i dati di Assaeroporti. Nel 2000, ben 18 anni fa, la Catullo ha gestito complessivamente circa 2.5 milioni di passeggeri con lo scalo di Brescia che movimentava quasi 200 mila passeggeri!
E la concorrenza?
Eravamo molto vicini a Bergamo che gestiva 1.2 milioni di passeggeri, metà del traffico gestito dalla Catullo. Nel 2017 Bergamo ha movimentato ben 12.3 milioni di passeggeri. Bologna nel 2000 gestiva 3.5 milioni di passeggeri, appena 1 milione di passeggeri in più della Catullo, nel 2017 sono passati per lo scalo emiliano ben 8.1 passeggeri. Medesimo dicasi per Treviso che gestiva nel 2000 appena 300 mila passeggeri, ed invece nel 2017 sono transitati più di 3 milioni di passeggeri. Poi c’è lo scalo del Doge che nel 2000 movimentava 4.1 milioni di passeggeri e nel 2017 ha superato i 10 milioni di passeggeri. Risultati importanti che testimoniano l’incapacità dei soci pubblici, e soprattutto della politica locale di fare crescere il suo aeroporto insieme al vasto territorio del Garda.
Come si vede i problemi sono vecchi e vengono da lontano, SAVE con la complicità (e stupidità) dei soci pubblici, con in testa i presidenti Fracchia e Salz Man, senza dimenticare il ruolo di Confindustria, hanno dato il colpo di grazie alla Catullo.
Non dobbiamo dimenticare le ragioni e i perché siamo finiti così in basso, o non siamo mai decollati, e tutti gli altri scali sono cresciuti in modo esponenziale…
Abuso d’ufficio?
Ad integrazione delle informazioni riportate da Verona News sottolineo il fatto che la Catullo Spa, in merito ai risultati del primo semestre 2018, fa riferimento ovviamente all’andamento del dato assoluto del traffico passeggeri il quale deve essere più correttamente messo in relazione all’evoluzione degli altri aeroporti vicini. Se si proiettano al 31/12 le ultime progressioni ufficiali di Assaeroporti questo sarebbe il risultato complessivo a fine 2018. Bergamo 13,1 milioni; Bologna 8,7 milioni; Treviso 3,4 milioni; Venezia 11,1 milioni; Verona 3,4 milioni. Dal che si deduce che la quota % di Verona rispetto ai concorrenti rimane pressochè invariata tra 2017 e 2018 intorno all’ 8,5%. Quindi il dato di Verona, ormai fanalino di coda nell’ambito del bacino del Garda predato dagli altri scali, non rappresenta di per sé un dato eccezionale. In questo periodo infatti il trasporto aereo a livello globale beneficia di una congiuntura favorevole dovuta principalmente alla tenuta verso il basso dei prezzi del petrolio ed alla ripresa economica post crisi.
https://video.repubblica.it/viaggi/il-giorno-con-piu-voli-nella-storia-dell-aviazione-superati-i-200mila-aerei-in-quota/310540/311178?ref=RHPPBT-BS-I0-C4-P6-S1.4-F4
Altra notizia di ieri è l’avvio di collegamenti diretti Bologna – Cina in grado di interessare a regime importanti volumi di traffico sia in incoming che outgoing.
https://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/attualita/emilia-romagna-e-cina-sono-piu-vicine-al-marconi-di-bologna-atterra-il-primo-volo-diretto
Giusto, ing. Soppani. Intanto, finché Verona si parla addosso, il Catullo muore tra le nebbie, anzi i fumeggi, di dichiarazioni senza seguito e del tutto inefficaci. Cariverona è lasciata sola eppure ha ragione ed è l’unica Istituzione che pare aver a cuore le sorti del Catullo. È scandaloso che il sig. Marchi si prenda impunemente la libertà di snobbare ed anche deridere le Istituzioni veronesi che osino contrapporsi alle sue strategie. È pure scandaloso che nessuna, tranne Cariverona, abbia la forza di ribellarsi a tanta strafottenza. Ecco perché a me pare tutta una farsa, generata però dalla “paura” di contrapporsi a Marchi ed a tutta la sua prosopopea finanziaria che tiene in scacco i molti attori sulla pista del nostro aeroporto. Finora tutto è apparso inutile!!!
Staren a vedar !!!