Dalle parole ai fatti
Nel precedente articolo ho dato nota della circolare di Assoaeroporti, ma non vi ho concesso la lettura del D.M. del Ministero dei Trasporti con il Ministero della Salute.
Si legge molto chiaramente che gli scali aperti sono su richiesta. Altrettanto si legge che siano aperti scali di Pisa e Firenze (medesima regione) così come Roma Fiumicino e Ciampino, Palermo e Catania.
Oltre si legge anche che la collocazione geografica è importante.
Riporto per estratto:
“Per il trasporto aereo, in considerazione delle richieste pervenute dai gestori aeroportuali, della collocazione geografica degli aeroporti in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio e della capacità infrastrutturale degli stessi, nonché della necessità di garantire i collegamento (sic!) insulari, l’operatività dei servizi è limitata agli aeroporti di: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze-Pretola, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Tornio, Venezia Tessera”.
Verona e Brescia, che per collocazione geografica ed in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio, non sono stati oggetto di interesse.
Di fatto è la società di gestione aeroportuale, e qui il controllo è di SAVE, che avrebbe dovuto mandare la richiesta, ovvero nel nostro caso il Presidente o l’AD.
Ma nessuno si è azzardato ad andare contro gli interessi di SAVE, a quanto pare.
Quindi il Partner Industriale che con l’atto d’amore prolungato controlla la Società di Gestione Aeroportuale, prona ai suoi voleri, si è ben guardato dal far mandare la richiesta al Ministero dei Trasporti, diversamente sia Verona che Brescia sarebbero state ricomprese.
Sarebbe stato un atto d’amore troppo grande, e contro natura…
A questo punto o la politica si muove in fretta per cambiare la guida e rimediare agli scempi, o ripartire sarà in salita, come quella per il Mortirolo e non ci sarà nessuno a passare la borraccia, o ad aiutare a salire in vetta.
Il momento è ora.
Contemporaneamente si dovrà aprire un tavolo tecnico (oggi si usa così), nominare una task force che studi una class action contro il partner industriale, mossa da tutti coloro che si ritengono defraudati e impoveriti dalle azioni del medesimo, e contemporaneamente un’azione di responsabilità nei confronti di chi ha amministrato non nell’interesse del territorio, ma nell’interesse del Partner fedifrago.
#catullolibero
Gerardo Grote
Una domanda antica finora senza risposta: oltre gli interessi di Save, perché la “veronesita’ ” dei cosiddetti timonieri di Aerogest, e quindi l’attenzione precisa allo sviluppo di Verona e del suo territorio, è tenuta sotto scacco da Marchi? Quali interessi “superiori” hanno il potere di distruggere un caposaldo dell’economia veronese? Finora nessuna risposta. Eppure una risposta ci deve pur essere al masochismo!!! Ci vuole Report?
A parte tutti i discorsi di natura politico-strategica, che ormai ci lasciano nello sconforto più assoluto, quello che fa arrabbiare sempre di più è la cronica mancanza di comunicazione da parte della società di gestione. O sono degli incapaci, o sono costretti a stare con la bocca chiusa. O entrambe le cose.
Dando un’occhiata alla situazione voli appare quasi scontato che l’aeroporto debba riaprire a fine maggio
https://www.pitispotterclub.it/2020/04/25/aeroporto-di-verona-situazione-voli-in-vista-della-riapertura/
ma gli operatori economici hanno bisogno di certezze. Si riapre? Quando? E con quali voli? E non si dica che manca il tempo per programmare.
Diamo per scontato che Treviso non riaprirà fino alla fine dell’anno, con Venezia che cannibalizzerà i pochi voli superstiti. E, forse, il Canova non riaprirà del tutto fino a quando Venezia non sarà satura, e potrebbero volerci degli anni. Vogliamo che il Catullo faccia la stessa fine?
Siamo nella fase in cui bisogna riprogrammare e guardare al futuro. Non è peccato pensare al futuro della nostra città e del suo territorio anche se siamo ancora in fase di emergenza. Le parti in causa devono farsi sentire, e soprattutto devono creare una massa sufficiente per avere un’opinione “pesante”.
Gli operatori turistici, per esempio, sono troppo parcellizzati. Unitevi e combattete.
#catullolibero
Se non si mandano via queste persone (Presidenti Aerogest e CATULLO), non succederà mai nulla !
Sono legati a doppio filo a SAVE e quello parte marcia della città che non ha a cuore la città ….
Alvise