Aeroporto Catullo – Ci risiamo

 
 

Non si danno per vinti

E’ la solita storia, sembra sempre che si sia arrivati al momento propizio per la svolta definitiva, ed invece gli interpreti ricascano nei loro antichi ruoli e ci obbligano ad intervenire.

Questa volta è una “chiamata alle armi”, ed è anche una prova di forza, per vedere quale sarà il politico di turno a sfoderare gli attributi e a prendere a randellate i bricconi.

Magari, finalmente, si organizzerà un vero comitato di “salvezza” del Catullo, e non solo parole al vento, e vedremo chi si calerà nel ruolo di condottiero.

In ogni caso c’è necessità di aria nuova, di vedere finalmente nuove persone con nuove idee a guidare il nostro Aeroporto. Nostro perché, se non ci sbagliamo, più della metà è pubblico, quindi pagato con i soldi di tutti, sebbene i soliti noti abbiano voluto cercare per un’ultima volta di favorire lo sgangherato lagunare.

Favorire? E in che senso?

Salz Man (ci tocca rispolverare i vecchi nomignoli) ha giocato la partita a tal punto che ha imbambolato i soci pubblici, che per altro pur criticandolo se lo tengono come amministratore, e ha di fatto allungato il brodo fino a fine febbraio per vedere di consegnare in qualche modo il Catullo a SAVE, o meglio Al Doge.

In questo è stato aiutato dal redivivo Fracchia che ha fissato un’assemblea straordinaria per il 19 febbraio con un solo punto all’ordine del giorno: finanziare il progetto Romeo.

Si sì, avete capito bene, proprio quel progetto superato che decreterà la fine del Catullo.

Il Progetto Romeo! quello ridisegnato da Arcadis per circa 140 milioni, e che se realizzato castrerà le velleità di crescita del Catullo, fermandolo al massimo a 4, 4,5 milioni di passeggeri, ovvero una spesa di 350€ a passeggero per raggiungere dagli attuali 3,6 milioni a poco più dei 4 milioni di passeggeri.

Ma di cosa stiamo parlando? Quali sarebbero gli investimenti, e perché i soci pubblici che non vogliono cedere nemmeno un 1% ad un investitore privato, tenendosi stretto il loro quasi 51% con un nulla di sviluppo, dovrebbero calare le braghe e farsi … da Al Doge?

C’è qualcuno di sveglio o sono tutti imbolsiti tra campagne elettorali, influenze cinesi, e vini d’annata?

La “Politica” cittadina cosa sta facendo, a parte cincischiare sulle varianti, sull’AdueA, immaginando Stadi di romana memoria, e parchi centrali a decenni di distanza dalla realizzazione?

Il cambio in corsa di casacche spinge a riflessioni circa cosa sia meglio tacere per non disturbare il manovratore, e tutto ciò a danno del territorio e a vantaggio dei soliti noti.

Scendano in campo i titolari del diritto di voto, scenda in campo il “Popolo Sovrano” (Art. 1 della Costituzione), il potere Costituente, e vediamo se ci sarà ancora qualcuno dentro la CCIAA o in Presidenza, che muoverà i pedoni per permettere lo scacco Al Doge.

Ne rimarrà soltanto uno, il Popolo.

Gerardo Grote

 
 

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