Aeroporto Catullo – Ci dica qualcosa

 
 

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Caro Presidente Bauli, l’abbiamo un po’ tirata per la giacchetta, ci dispiace, ma le circostanze ci obbligano ad essere “sul pezzo”.

Sa bene anche Lei che la situazione non è rosea come viene dipinta, e che il Catullo sia stato valutato 0 dai fondi Infravia e Deutsche Bank, soci finanziatori di SAVE. Se non dovesse averne nota La invitiamo a chiedere copia della due diligence formata per l’ingresso dei suddetti in società.

Probabilmente non tutto quello che è accaduto Le è chiaro, e probabilmente Le sono state vendute situazioni differenti dalla realtà. Le nostre considerazioni muovono dall’analisi delle situazioni e dei documenti, oltre che dalla corretta lettura delle dichiarazioni confrontate con il traffico e con l’oggettiva situazione del Catullo.

Quale Capitano d’industria e Presidente degli industriali, sa bene che avere un aeroporto all’altezza del territorio permetterebbe uno sviluppo più utile per tutti.

Sa bene, anche, che il fondo Sixiang Holding non molla la presa su Brescia-Montichiari, e che la nascita e lo sviluppo di un HUB come quello sarebbe la morte del Catullo.

Certamente non si può fermare lo sviluppo, e certamente non saremo noi con la nostra inchiesta a fermarlo, infatti lo scopo è cercare di muovere le coscienze verso “il Bene”.

“Il Bene” comune.

Di fatto la situazione fa bene solo a SAVE, come abbiamo dato nota, la riduzione dei movimenti degli aeromobili comporta una cappatura dell’aeroporto, tale da impedirne lo sviluppo oltre i 4, 4.5 milioni di passeggeri annui.

Per una Città come Verona e per il territorio del Garda, estendendo l’area al Trentino e arrivando fino a Modena, un aeroporto funzionante ed all’altezza sarebbe più che doveroso, così come sarebbe utile avere un aeroporto per le merci. Noi l’avremmo anche, visto che la concessione di Brescia-Montichiari è del Catullo, ma la prospettiva di vedere uno spezzatino delle concessioni con un ulteriore regalo a SAVE, se, come sembra, l’intenzione degli altri presidenti è di farla salire all’80% è deleteria per Verona, che si troverebbe presto a non avere nemmeno i passeggeri attesi, con una prospettiva di chiusura lenta ed inesorabile.

Le offriamo, quindi, la possibilità di chiarire il Suo pensiero, a noi ed ai lettori che seguono l’inchiesta.

Per ipotesi la Sua azienda, ed altri nomi importanti dell’industria Veronese, potrebbero essere garanti di un prestito per la restituzione dell’investimento a SAVE, mettendo in gara, poi, l’Aeroporto, recuperando capitale e utili. Certamente detta così sembra un’operazione semplice, ma comprendiamo che i vari passaggi che si sono susseguiti dall’ingresso di SAVE ad oggi, come ne danno nota i ricorrenti al TAR nelle memorie, rendano più complicata l’operazione.

Per un imprenditore della Sua levatura crediamo non ci siano problemi irrisolvibili, se fissato l’obiettivo si lavora per raggiungerlo.

Attendiamo fiduciosi di leggerLa dando ampio risalto a ciò che ci proporrà.

The flover is on the table.

 

 
 

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