Aeroporto Catullo – Che confusione…

 
 

Sarà perché io lucro…

Nel silenzio ovattato del limbo in cui è stato seppellito l’argomento Aeroporto Catullo, si sentono le note di un brano adattato alla bisogna.

Abbiamo dato nota della visita di un fondo infrastrutturale e non speculativo, First State Investment (https://www.firststateinvestments.com), che ha effettuato un giro d’orizzonte e si è presentato ad alcuni soci, e ora concluderà la ricognizione.

Gli incontri one to one sono stati con la Fondazione, il Comune (anche per la Provincia) e Confindustria. Mancano all’appello la Provincia trentina e la CCIAA. Possiamo dire che manchino all’appello i più fanatici SAVE centrici.

A quanto sembra, il fondo ha le idee chiare e una volontà d’investire nel lungo periodo per lo sviluppo di Verona e Brescia. Rispetto ad altri fondi non ha volontà speculative, basando la propria redditività sul lungo termine, e quindi ha basse pretese rispetto ai fondi speculativi.

Chi sembra non avere le idee chiare, sullo sgancio dal Doge, sono gli interlocutori casalinghi.

Magari il Comune un pensierino lo farà, Confindustria non ci pensa nemmeno, Mister Day è Dogenuflesso e non può fare uno scorno alla propria DG che siede mollemente nel CDA aeroportuale.

Nel frattempo la Fondazione mischia le carte e gioca su più tavoli, sperando che altri fondi mettano sul piatto una somma più appetibile.

Che ne sarà in questo caso degli aeroporti?

Brescia sprangato e in salamoia, Verona strangolato perlomeno 8/10 anni, altrimenti Malpensa come potrebbe tenere il punto?

Le carte sono sul tavolo, il Ministero si esprimerà a breve se la Giovanna Businarolo d’Arco non si dileguerà per le ferie.

Frattanto Fracchia, che ha terminato gli annunci mirabolanti, cerca appoggi territoriali per non essere ricordato come Pipino il Breve, maggiordomo assunto a Re, solo che non ha un erede per il proprio trono.

Il povero AD del Catullo prende ordini e ceffoni dalla Dama Bianca, e gli sono stati ridotti gli incarichi. Un uomo solo e senza comando, ma (video)comandato dalla Doge in gonnella.

Che dire di più?

Gaudeamus igitur!

Chissà che una sonora risata non seppellisca il tutto, facendo risorgere dalle ceneri il Catullo.

 

 
 

1 COMMENTO

  1. Penso che i “nemici” del Catullo e di Verona, siano ben appostati attorno: Venezia/Padova, Milano/ Bergamo, Bologna. Oggi fa notizia la Save. Ieri la bergamasca Sacbo con i milanesi di Sea. Bologna sorniona, cresce in silenzio. Come ebbi modo di dire in altre occasioni, manca Verona nel suo insieme. Manca una strategia per lo sviluppo della città. Ci sono aspetti ineludibili come il Brennero, l’Arena e magari anche la Fiera, oltreché la grande storia, che vanno quasi da sole mentre la rendita di posizione geografica non è più così determinante. Cosa ne sarebbe di Verona se, ad esempio, fatto il tunnel al Brennero, qualcuno a Est cominciasse a stiracchiare la ferrovia verso Padova/Venezia? In passato non lontano i veneziani ci hanno provato e non credo abbiano desistito. Oppure riguardo la Tav: non sono secoli fa quando per andare da Milan a Venessia si prospettava di tagliare fuori Verona e andare direttamente a Padova se non addirittura via Bologna. Riguardarsi i giornali!!
    Ricordo anche i mai sopiti tentativi milanesi di bersi il Vinitaly e Fieracavalli.
    Verona ha sempre dovuto combattere, non solo per ottenere ma anche semplicemente per mantenere ciò che già aveva. Sono davvero preistoria i tempi dei grandi personaggi veronesi a tutti noti e da tutti rimpianti. Seppero fare sistema ed ottennero ciò di cui la nostra città ancora oggi vive e prospera: autostrade, aeroporto, fiera, Università, quadrante Europa, Arena, compartimento ferroviario ( mangiato da Venessia), policlinico, grandi aziende e multinazionali.
    Attenzione, Verona, qualcuno si ostina a rimanere sulla riva, in attesa.

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