I gatti vedono anche di notte.
La politica locale continua a non capire una fava di quello che accade nel Catullo…
Sentiamo bla, bla, bla e poca conoscenza della materia. Ma si sa, è la politica del diciamo qualcosa…, magari ci notano.
Leggiamo oggi un articolo pubblicato sulla Pravda e la Nuova Germania dai titoli: “Guida del Catullo a rischio per poche migliaia di euro”, e “Catullo, i dubbi del PD sulla partecipazione pubblica dell’aumento di capitale”, un vero capolavoro di incompetenza che dimostra come il PD sia lontano dal capire quello che sta succedendo in Catullo e le conseguenze per la città.
Abbiamo trattato la questione Catullo come nessun’altra testata giornalistica, e scritto che l’operazione era illegale e devastante per le conseguenze sul territorio.
Il fatto che il PD si preoccupi dell’aumento di capitale e dei pochi spiccioli che SAVE propone di investire (entro il 2030), ci fa ridere e piangere allo stesso tempo.
Il problema è di tipo strategico, Catullo è fermo da almeno quattro anni mentre tutti gli altri aeroporti del Nord Italia sono stati sviluppati e pronti alla sfida del medio/lungo termine, e posso crescere e portare ricchezza alle loro città e ai territori di riferimento. Catullo no!
Il problema non è quello di perdere il controllo, ma di vederlo sviluppato con investimenti che possano aumentarne la capacità aeroportuale e accogliere la domanda di traffico per i prossimi decenni.
Abbiamo visto questa estate come siamo ridotti, con file e servizi offerti ai passeggeri da terzo mondo, ed una totale incapacità dell’attuale infrastruttura di poter gestire la crescita di traffico passeggeri.
I 60 milioni di euro che vogliono spendere su vari progetti, tra cui il famoso progetto Romeo, sono “briciole” rispetto agli investimenti che hanno messo in cantiere Bergamo (430 milioni), Bologna (235 milioni) e la stessa Venezia (550 milioni). Ma la vera truffa per il territorio è che il progetto Romeo è profondamente sbagliato e, qualora fosse portato a termine, sancirebbe il ridimensionamento dello scalo di Verona.
Basta leggere e informarsi.
Quindi ci faccia il piacere il PD e tornino a dormire D’Arienzo e compagni, che la questione vera è che il Catullo, per motivi legati al piano industriale di sviluppo dell’intera SAVE, non sarà mai sviluppato.
Più è piccola e priva di importanti infrastrutture Verona, più beneficia Venezia del traffico del territorio del Garda. Ci chiediamo se D’Arienzo e Benini abbiano capito che la capacità ricettiva dello scalo sia stata ridotta del 50% dal Comitato Ambiente Aeroportuale e che con i 42 mila movimenti consentiti si possa arrivare appena a 5 milioni di passeggeri, mentre prima di SAVE era di 80 mila movimenti, ovvero capacità di sviluppo per almeno 8 milioni di passeggeri?
Venezia punta a crescere fino al raddoppio (25 milioni), Bergamo va verso i 15 milioni di passeggeri, Bologna si consolida in 8 milioni, e Verona si deve adeguare alle strategie di crescita di Venezia?
La vera sfida, se veramente tutta la politica locale volesse finalmente muoversi, e quella di mettere in gara il Catullo e trovare un investitore vero che abbia una visione di lungo termine per Verona ed il suo ricco e produttivo territorio. Il controllo non porta traffico, soprattutto se lo ha in mano SAVE che vede Verona come “competitor” sul territorio, e non un valore aggiunto da sviluppare. Solamente così si evita il fallimento, per sviluppare un asset aeroportuale servono centinaia di milioni e non l’elemosina che propone SAVE, tra l’altro sarebbe pagata in parte dalla tariffa aeroportuale, e quindi SAVE investirebbe ancora meno.
Il controllo, che tanto viene sbandierato in mano publica, in realtà è in mano a SAVE dal 2014, e con questa operazione di aumento di capitale le verrebbe consegnato l’80% della società, così come promesso nei patti parasociali del 2014.
Si era affacciato un fondo importante della Commonwealth Bank of Australia con una manifestazione d’interesse e nemmeno se n’è parlato, noi a parte, o si è offerto alla città di comprendere cosa avesse proposto, in più non siamo riusciti neanche a rispondere che magari stavamo esaminando la proposta, o che eravamo pronti a fare tutti gli approfondimenti necessari con loro.
Possibile che la politica locale sia così inutile e dobbiamo leggere dichiarazioni come quelle degli esponenti del PD che evidenziano che non hanno capito, appunto, una fava?
Ingnoranzia, macché intellighenzia!
Ben venga un investitore vero a cui affidare il controllo dopo aver sottoscritto un piano industriale vero.
Che tristezza leggere queste cose in una bella domenica autunnale…
Oramai x noi Veronesi l’ aeroporto di riferimento è orio!!!!
Senza attributi, politica morta, consociativismo imperante!
Tutti a casa! Aria nuova, basta promesse inutili e personaggi da cabaret!
Certo. Mettiamoci dentro tutti, però!!! Pareva che la Businarolo facesse sfracelli ma penso anche agli altri 5s, tra cui un sottosegretario veronese ( dei quali peraltro non senti che blablabla continui).Mettiamoci anche il ministro tunneliolo, incompetente come una talpa al sole e la frittata è fatta.
Gatta ci cova, comunque. Il tutto tra fedeli consociati. Non sarebbe tutto male comunque, se alla fine dei rosari recitati blasfemamente nelle segrete stanze, uscisse il miracolo della vera salvezza del Catullo.