L’impatto del nuovo sviluppo di Brescia Montichiari (Europa 1) sullo scalo di Verona …
La nostra inchiesta prosegue avendo toccato molti argomenti sensibili ed è arrivato il momento di parlare del progetto per lo sviluppo del nuovo aeroporto Hub a Brescia Montichiari.
Sono ormai più di 2 anni che il progetto Europa1 (così lo chiamano) è stato presentato a vari convegni internazionali come soluzione importante ed indispensabile per sopperire alla mancanza di capacità aeroportuale non solo in Italia ma nel sud d’Europa. Il progetto è stato inserito dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti nell’elenco dei progetti strategici per l’Italia. Purtroppo (per lo scalo di Verona) abbiamo avuto le conferme che il progetto Europa1 si farà!
Che cos’è il Progetto Europa1?
Il progetto è una iniziativa del Fondo Cinese Sixiang Holding, e prevede un investimento di più di 10 miliardi di euro per la realizzazione di un mega aeroporto Hub con annessa una Airport City. Un progetto importante che merita sicuramente rispetto e soprattutto considerazione, non solo per l’entità dell’investimento, ma, soprattutto, per la funzionalità che avrà sulla crescita del PIL del Nord Italia. Per il territorio Bresciano significherebbe aver vinto una sorte di biglietto della lotteria; l’iniziativa porta con se tantissimo sviluppo ed un aeroporto all’altezza dei grandi Hub europei e mondiali. Il progetto prevede l’acquisizione sia dell’attuale scalo Monteclarense che l’aeroporto militare di Ghedi, oltre all’acquisizione di molti terreni limitrofi. Non è certamente usuale fare uno sviluppo di un progetto come Europa1 nel vecchio continente, esempi di simili sviluppi sono quasi sempre avvenuti in estremo oriente, dov’è sicuramente possibile sviluppare aeroporti per gestire 100 milioni di passeggeri l’anno. L’area intorno agli aeroporti di Ghedi e Brescia, oltre ad avere le necessarie condizioni per sviluppare il progetto (piano d’area approvato), è un’area che già gode di importanti corridoi trans-europei, e di un basso sviluppo residenziale con terreni prevalentemente agricoli. Lo sviluppo di una Airport City prevede poi delle aree fieristiche, alberghi ed attività commerciali rappresentano il punto di forza di questo progetto.
Cosa dire di questa iniziativa?
Simplicemente che è un grande progetto che consentirà al Nord Italia di chiudere il “gap” infrastrutturale aeroportuale con il resto d’Europa. Oggi l’Italia non regge il confronto nonostante il fatto che l’aeroporto di Roma Fiumicino si avvia a gestire più di 50 milioni di passeggeri l’anno. Nei prossimi 25 anni il Nord Italia avrà il deficit di capacità più grande di tutto il paese con un importante impatto negativo sulla crescita del sistema paese Italia. Il Nord Italia è, e rimane, la locomotiva della crescita del paese e non sviluppare infrastrutture strategiche al nord e come voler riunciare alla crescita.
Che ne sarà dell’aeroporto di Verona ?
Qui è il punto più triste e frustrante, mentre sul mercato ci sono moltissimi soldi ed investitori pronti a sviluppare progetti come Europa1, i nostri soci del Catullo hanno pensato bene di giocare una partita tutta locale con SAVE protagonista che, oltre a non avere quella conoscenza del business aeroportuale che tutti si aspettavano ( basta guardare come è ridotto il Catullo con Brescia aeroporto fantasma), non ha i fondi necessari per garantire lo sviluppo minimo. La ripresa economica passa per lo sviluppo infrastrutturale, in particolare lo sviluppo aeroportuale che garantisce i necessari collegamenti con i mercati emergenti, oltre che un importante porta sul mondo che favorisce gli arrivi di turisti fondamentali per le strutture recettive del nostro territorio. Il rammarico più grande e non essere andati in gara con un progetto di sviluppo importante per il sistema aeroportuale del Garda Verona e Brescia) che poteva attirare investitori che avessero la stessa nostra visione di medio lungo termine per il territorio che sarà pagato a caro prezzo da Verona. Non si può negare che il progetto Europa1 proposto ha spessore internazionale e diventa strumentale per la crescita sia economica che occupazionale del territorio in senso lato, ma non si può negare che con una politica locale e soci Catullo più attenti e meno clientelari si poteva anche sviluppare Verona in modo adeguato. Quello che dovremmo – invece – assistere è il lento ed inesauribile ridimensionamento sostanziale dell’aeroporto di Verona, che sarà inevitabilmente schiacciato da una parte da Venezia e dall’altra il nuovo aeroporto di Brescia ad appena 40 km, che si appresta nei prossimi anni a diventare realtà.
In questi anni abbiamo assistito ad una miopia cronica della politica locale che, nel caso della Catullo, ha portato, con decisioni che si pagheranno a caro prezzo, l’ingresso di SAVE in Catullo senza gara. Tutti sanno che a SAVE non interessa Brescia, é altrettanto chiaro che non è in grado né di gestirlo, né tantomeno svilupparlo con l’infrastruttura indispensabile per il rilancio. Abbiamo assistito a delle trattative imbarazzanti tra SAVE, ABEM e Bergamo, tutto per togliersi il problema “Brescia” e realizzare qualche plusvalenza. E’ importante sottolineare come altri, al di fuori dei confini nazionali, credano, invece, in Brescia e vedano un’opportunità di sviluppo.
Se Catullo fosse andato in gara SAVE non avrebbe neanche partecipato, non avendo la forza economica e le capacità tecniche per sviluppare un piano industriale completo che coinvolgesse tutto il sistema del Garda, posto a base della gara stessa. La gara avrebbe aperto le porte ad investimenti stranieri importanti con competenze di settore che con SAVE non abbiamo avuto. Si sarebbe potuta scegliere una prospettiva per il futuro del nostro territorio, ed invece ci si avvia verso un futuro molto difficile per l’aeroporto di Verona che non potrà reggere tecnicamente con un mega Hub a Brescia, da una parte, e lo scalo di Venezia, dall’altra.
Comunque la si voglia vedere, SAVE, e soprattutto il Presidente Marchi, hanno raggiunto il loro obbiettivo: l’aeroporto di Verona è stato pesantemente ed irrimediabilmente ridimensionato, e l’effetto dello sviluppo del nuovo scalo inciderà poco su Venezia e tantissimo su Verona.
E’ evidente a tutti chi siano i vinti ed i vincitori in questa triste storia: la SAVE di Marchi ha vinto in ogni caso, mentre i nostri soci del Catullo, con in testa i Presidenti Arena e Riello, ne escono da fessi ….
Non oso commentare. Ma davvero si crede che i cinesi possano tanto? Pensiamo che Milano e Malpensa stiano a guardare? Non so. Si ha l’impressione che queste, che a tutt’oggi paiono delle boutade, siano proposte al solo scopo di mettere fumo ed intorpidire le acque intorno al Catullo. Verona Villafranca ha tutto lo spazio necessario per svilupparsi. Ricordiamoci che Londra Gatwick con una pista sola, produce 35 milioni di Pax. Non si vuole certo arrivare a tanto perché sarebbe devastante per il territorio. Altrettanto devastante sarebbe il progetto cinese in mezzo alla padania, super popolata. Già oggi sono molteplici le voci contrarie anche al semplice sviluppo dell’attuale Montichiari; figuriamoci con un progetto da 100 milioni di pax + 500.000 voli all’anno e più, tre, quattro piste e migliaia di mq cementati ed asfaltati. Quel progetto cinese è on line e basta guardarlo per pensare che forse, starebbe meglio nel deserto arabico. Pare una pazzia. Non solo il Catullo verrebbe ridimensionato se non chiuso ma anche Bergamo. Linate, Venezia e Bologna, avrebbero solo voli interni e forse qualche charter. Addio all’intercontinentale dal Marco Polo e da Bologna, per non parlare di Malpensa, costata 4000 miliardi di vecchie lire ed addio alle merci, che sarebbero tutte concentrate a Montichiari. I campanili si rivolterebbero, senza dimenticare che lo sviluppo, non è infinito. La coperta è quella che è.
In ogni caso resta il grande problema di Save/Catullo. La politica veronese pare non sentire le molte voci che si levano al riguardo e tutte negative. Cosa si stia aspettando francamente non si capisce. Eppure tutti sono concordi nel ritenere fondamentale per l’economia lo sviluppo del Catullo: riusciranno a prenderlo per i capelli ?
Non ho ancora assistito a dibattiti pubblici in merito: tanto ghè tempo…..! Il tutto pare svolgersi nelle segrete stanze. Staremo a vedere; intanto la pista langue e la stagione non è foriera di sviluppi. TUTTO TACE e non c’è nulla di più produttivo che lasciar sfogare la gente e tacere senza dare seguito anzi, dando l’illusione di essere ascoltati.
hai perfettamente ragione, anche perchè a milano continuano a tenere aperto Linate con malpensa che di capacità ne ha ancora in abbondanza. Non accetteranno mai di lasciar sviluppare un aeroporto piu grande al di fuori dei loro amati MXP-LIN.
A verona è pieno di sordi i quali non vogliono capire che save non sta facendo nulla di positivo.
PS. notizia del 25 gennaio che Ryanair ha aggiunto un altro volo a treviso per il 2018, a verona nulla
Altra notizia: RFI ha annunciato uno stanziamento di 100 e più milioni di Euro per un collegamento ferroviario tra l’aeroporto di Orio al Serio e la stazione ferroviaria di Bergamo (notoriamente lontana dai grandi corridoi europei e della TAV). A Verona stiamo aspettando che la Regione si decida da quasi 15 anni sul collegamento Porta Nuova-Catullo spostando la Verona Mantova da Dossobuono all’aeroporto per un importo tutto sommato similare . Se aspettiamo Venezia e le sue nebbie eterne (riguardo al territorio veronese), non si andrà da nessuna parte; eppure l’assessore veneto ai trasporti è la veronese De Beni. E’ una ulteriore nota dolente che riafferma l’inedia, il pressapochismo e la disattenzione di tutta la classe politica ed economica veronesi in tutte le sedi le quali pensano principalmente a se stesse; altrochè bene comune; altroché strategie lungimiranti. Chi sarà in grado di dare la sveglia ai veronesi???