L’atletica italiana, ma anche il mondo dello sport, piange la scomparsa di Walter Bragagnolo che avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 30 dicembre.
E’ stato il maggior interprete della biomeccanica. Inventò un rivoluzionario metodo di allenamento, il MAE (Method Amplification Error). Scienziato ed esperto mondiale di biomeccanica, in carriera aveva allenato fior di campioni.
Parlava spesso dello “Stato di Necessità“, quello stato in cui ognuno di noi avrebbe potuto trovarsi. Uno stato dal quale si poteva uscire soltanto usando la propria intelligenza.
La situazione di difficoltà, in sostanza, acuiva la mente e portava ogni singola persona a trovare la soluzione. Una filosofia applicabile non solo allo sport ma alla vita in generale.
Fondò la gloriosa Scala Azzurra, la società da cui era partita la luminosa carriera della Simeoni che, sotto la guida tecnica di Bragagnolo, raggiunse il sesto posto alle Olimpiadi di Monaco 1972 con il record italiano a quota 1,85; e poi avrebbe vinto l’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980.
Fu anche Direttore Tecnico della Fondazione Bentegodi Verona. Il mondo dello sport veronese e italiano perde sicuramente il più grande esperto di biomeccanica.
Con lui l’ISEF divenne Scienze Motorie. La sua scomparsa lascia un grande vuoto, è un pezzo di storia dello sport mondiale, non solo italiano o veronese che ci abbandona lasciando sgomento tutto il mondo dello sport.
Negli ultimi anni ha abbracciato la causa del Panathlon divenendo Vice Presidente del Panathlon club “Gianni Brera – Università di Verona”, il primo sorto all’interno di un’ateneo.
Io ero solito chiamarlo “Prof”, e ancora adesso per me resta quello il soprannome che lo identifica. Un autentico signore dello scienza e dello sport.
Per questo motivo lancio un appello affinché si possa intitolare l’Aula Magna dell’ex Facoltà di Scienze Motorie al prof. “Walter Bragagnolo”.
Sarebbe un grande gesto per onorare questo illustre scienziato che tutto il mondo ci ha sempre invidiato.
Ciao Prof.! Così l’avevo salutato venerdì 20 aprile scorso, nella casa di riposo Carlo Steeb di Verona. L’ho trovato sulla carrozzella, nel salone al secondo piano e l’ho portato giù, nel parco-giardino, per fare un… “giro di pista”, come me ne aveva fatti fare tanti, al tempo della ragioneria, all’Istituto Lorgna, a fine anni ’60. Gli ho parlato a lungo e gli ho stretto le mani, lui ha accennato un sorriso, ma non so se mi aveva riconosciuto… Negli anni ’60 è stato tra i fondatori dell’Atletica Pesante Adige, società di sollevamento pesi e poi ho collaborato con lui al tempo del suo incarico come Direttore Tecnico dell’Istituzione Comunale Bentegodi. Con lui, se n’è andato un altro pezzo della nostra storia sportiva. Ciao Prof.. Grazie per quello che hai fatto e ci mancherai…
Grazie mitico prof. La ricordo quando ci faceva roteare le caviglie per “risvegliare la propriocezione” e “sentire meglio la pista” e noi pensavamo….”l’é mat” ed invece era solo ….. chilometri avanti a tutti!