“Posto che nelle ultime settimane del mandato l’amministrazione non dovrebbe prendere decisioni importanti su questioni che impegnano la città per i prossimi decenni, ci risulta davvero difficile ragionare sulla partecipazione del Comune in A4 in termini di convenienza o utilità economica” – precisano Segattini e Ugoli che poi continuano:
“A differenza dell’A22, questa società non ha mai distribuito utili significativi (8 milioni nel 2016 a fronte dei 32 milioni dell’A22) e si è sempre distinta per una gestione opaca, dispersiva e inefficiente, tanto che l’arrivo degli spagnoli è stato salutato da tanti operatori, pubblici e privati, come una liberazione.
Ora gli spagnoli non vogliono più avere tra i piedi soci pubblici perché intendono tagliare i rami secchi e mettere a reddito ciò che si sono comprati. Quale sarebbe il ruolo degli enti locali in questo piano?
Giusto tentare di vendere cara la pelle, ma chi oggi veste i panni del manager navigato avrebbe dovuto capire anni fa che l’unico affare possibile per la città era vendere le quote dell’A4 per comprare quote dell’A22″.