Domani, martedì 18 maggio 2021, sul tema “Il futuro dei musei: rigenerarsi e reinventarsi”, si celebra l’International Museum Day, con l’invito a musei, professionisti del settore e loro comunità a sviluppare, immaginare e condividere nuove pratiche di (co)creazione di valori, nuovi modelli commerciali per le istituzioni culturali e soluzioni innovative per le sfide sociali, economiche e ambientali del presente.
A Verona è recente è la conclusione dei lavori di restauro esterno di Porta Nuova, monumento che accoglie magnificamente chi giunge da sud, oltrepassando il cavalcavia di viale Piave ed aprendo la vista sull’opera sanmicheliana, ora riportata alla sua autentica, imponente bellezza, dopo lo stop lavori imposto dal Covid. La Giornata Internazionale dei Musei offre l’occasione per capire se si conferma ora la destinazione di uno dei luoghi più rappresentativi della città, parte della cinta muraria patrimonio Unesco, con memoria al progetto “Museo della Radio“, su cui più volte ci ha dato aggiornamenti Francesco Chiàntera, presidente dell’omonima associazione, nonché proprietario della collezione che comprende l’antenna direzionale dalla quale Guglielmo Marconi ha effettuato i suoi esperimenti wireless, unica al mondo e riconosciuta dai familiari in vita dello scienziato.
Francesco, ti abbiamo lasciato in attesa della fine dei lavori a Porta Nuova, con in mano l’affidamento della sede da parte dell’amministrazione comunale, per ospitare un museo della radio di levatura internazionale: è dunque ora di entrare?
“Il 20 dicembre 2018 mi giunse una comunicazione che mi entusiasmò: la Giunta Comunale (post regolare manifestazione di interesse), nella seduta del 17 dicembre aveva disposto la concessione a favore dell’associazione Museo della Radio, da rilasciare a definitiva conclusione dei lavori di restauro, della durata prevista di 18 mesi da febbraio 2019; pertanto ad agosto 2020 avrei ricevuto le chiavi per l’ingresso ufficiale. Nel frattempo una roadmap di altissimo livello, viaggiando di pari passo, a museo chiuso, aveva pianificato il tutto per rendere possibile l’apertura di MU.RA, Museo della Radiocomunicazione, nella primavera 2021. Ebbene, siamo appunto a maggio 2021, nel gennaio scorso sono ufficialmente terminati i lavori sopracitati, ma da allora, da quel gennaio, sto tentando senza riscontro di interfacciarmi con l’attuale amministrazione e chi di dovere, per sbloccare la situazione“.
Come ti spieghi questo stallo?
“Non so, sto attendendo io stesso una risposta: lo trovo insensato, in un momento che ci vorrebbe uniti e inossidabili per riattivarci e ripartire uniti per Verona. E anche, francamente, demotivante, dopo tanto impegno profuso per progettare una nuova locazione museale con cimeli di valore storico. Fino a qualche mese or sono, eravamo in perfetta sinergia con l’amministrazione, ed ora, vittime di rimpasti e riequilibri che non dovrebbero coinvolgere la cultura, subiamo ritardi che non mi danno pace, perché stanno sgretolando una realtà museale ventennale, riconosciuta e nota, che sempre si è distinta per operare a costo zero, autofinanziandosi e recuperando patrimonio cittadino abbandonato da decenni. Oltre ai danni di immagine, ci sono quelli economici, stiamo perdendo un’altra stagione di visite, che nella sede precedente erano oltre diecimila all’anno“.
Auspicando uno scioglimento della situazione, a pubblico vantaggio, come intanto l’associazione sta interagendo con altri versanti culturali della città? Quest’anno tutto il mondo festeggia Dante, prevedete qualche iniziativa?
“Sì, questa estate, in linea con le celebrazioni dantesche, lanceremo una mostra-evento durante il luglio marconiano, dedicata all’icona, l’antenna ELETTRA 1931, interpretata come ripetitore per rilanciare le bellezze della nostra Verona in tutto il globo, come già il genio italiano fece, oltre 100 anni fa, tagliando i fili e inventando la connessione moderna che a tutt’oggi ci accompagna nella quotidianità“.
“Le mie invenzioni sono per salvare l’umanità, non per distruggerla” – Guglielmo Marconi