Archeo A.l.p.s., approvato il progetto interregionale sul turismo archeologico in ambiente montano

 
 

Delineare un approccio condiviso ai beni archeologici per i territori alpini al fine di superare i confini amministrativi ed evidenziare la complessità dei fenomeni culturali del passato negli ambienti montani. È questo l’obiettivo del progetto interregionale “Archeo A.l.p.s.” che ha ricevuto un finanziamento complessivo di 1 milione e mezzo di euro.

L’iniziativa nasce da un partenariato articolato di cui fa parte anche l’università di Verona e costituito da Provincia di Sondrio, Regione Moesa, Fondazione Politecnico di Milano, Parco dello Stelvio, Museo Valle di Blenio, Supsi (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana), Ubc (Ufficio dei Beni Culturali), università di Bergamo, università di Verona, Comuni di Piuro, Castione Andevenno, Tresivio, Teglio, Caspoggio, Sondrio, i Comuni di Bregaglia, Roveredo, Regione Moesa. Consorzio per la promozione turistica della Valchiavenna, Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro e Rsi Radiotelevisione Svizzera. Organizzazioni associate, ovvero partner esterni del progetto: Servizio archeologico dei Grigioni e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.

“Archeo.A.L.P.S.” ha, quindi, la finalità di promuovere e condividere una maggior conoscenza e nuove azioni di valorizzazione a scopi di mediazione scientifico-culturale e sviluppo turistico del patrimonio legato alle fortificazioni e alle vie di comunicazione nel periodo compreso fra la Tarda Antichità e il Tardo Medioevo nel territorio sudalpino identificabile con l’antica provincia retica dell’Impero Romano (vale a dire fra Alto Ticino, Grigioni, Valchiavenna, Val Bregaglia e Valtellina).

Per l’università di Verona il referente è Fabio Saggioro del dipartimento Culture e Civiltà che da anni coordina il progetto archeologico Piuro già vincitore di numerosi bandi competitivi a scala territoriale, nonché di due Prin. “Il nostro ateneo – spiega Saggioro – ha partecipato attivamente al gruppo di lavoro che ha steso il progetto e vedrà coinvolte anche le professoresse Ilenia Confente del dipartimento di Management e Emanuela Bullado del dipartimento di Culture e civiltà.  Il gruppo di ricerca continuerà, quindi, a lavorare sul sito archeologico di Piuro, ma amplierà le indagini anche ad altri contesti alpini, lavorando con gli altri partners per lo sviluppo di un progetto di valorizzazione dei beni archeologici condiviso e sostenibile tra Italia e Svizzera.  Nella prospettiva dell’evento Milano-Cortina 2026 – conclude il docente questo progetto mostra come l’ateneo veronese si muova coniugando i temi culturali, con quelli dello sviluppo economico, della ricaduta territoriale e della sostenibilità.  

“Siamo entusiasti di condividere questa notizia, – commenta il presidente della Provincia di Sondrio Davide Menegola – il progetto Interreg “Archeo A.l.p.s”. rappresenta un passo significativo verso la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e archeologico. Questo progetto non solo ci consentirà di superare i confini amministrativi, ma anche di promuovere una cooperazione più profonda tra i territori alpini, evidenziando l’importanza della nostra storia condivisa. La Provincia intende promuovere attraverso i bandi della programmazione comunitaria occasioni di collaborazioni transfrontaliere e nei Paesi della Comunità Europea per favorire gli scambi culturali, economici e di buone pratiche sociali. Ringrazio il nostro Ufficio Europa, guidato dalla dott.ssa Elena Folini che ha lavorato in stretta collaborazione con il consigliere Omar Iacomella”. “Siamo estremamente soddisfatti – dichiara il consigliere provinciale Omar Iacomella – perché l’archeologia è uno degli elementi che ci accomuna con il resto delle vallate dei Grigioni e non solo. Il fatto di essere riusciti ad ottenere questo finanziamento ci apre le porte per una proficua collaborazione tra le istituzioni che si occupano di archeologia senza dimenticare, inoltre, come questo particolare settore possa risultare estremamente attrattivo anche per il settore turistico. Le nostre vallate alpine sono ricche di reperti perché, fin dall’antichità, erano molto frequentate poiché rappresentavano l’unica possibilità di collegamento”.