Si è concluso in questi giorni il corso di Psicologia dell’emergenza rivolto a medici, infermieri e operatori dei presidi ospedalieri di Villafranca, San Bonifacio e Legnago per fornire aiuto psicologico a coloro che hanno sperimentato un vissuto traumatico legato al lavoro.
L’idea di un corso che portasse alla creazione di facilitatori all’interno di un gruppo di auto aiuto tra pari nasce dalla tesi di uno studente di Infermieristica che conteneva una ricerca qualitativa tesa a scoprire se a fronte di un eventuale trauma emotivo legato a eventi particolarmente tragici e coinvolgenti si erano provati sintomi patologici legati alla psiche, dalla quale si evinceva che effettivamente gli operatori coinvolti in particolari eventi, mostravano tali sintomi sia nel breve che nel lungo termine.
L’idea del corso ha suscitato l’interesse del responsabile della Psicologia Clinica dell’ULSS 9, Dott. Pietro Madera, che assieme all’allora direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza, Dr. Andrea Tenci, al suo successore, Dr. Mauro Carlini, e al coordinatore Davide Cordioli, ha appoggiato il progetto, avvalendosi della fattiva collaborazione del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona, con il prof. Riccardo Sartori e il Dott. Francesco Tommasi, e di tutor di percorso aziendali: gli infermieri Katia Belluzzo, Alessandra Sessa, Marco Panato, Carlo Mirandola e Paolo Tommasi.
«La nostra Azienda – commenta il Direttore Generale dell’ULSS 9 Scaligera, Dott. Pietro Girardi – ha accolto con favore questa importante e lodevole iniziativa formativa, che favorisce e tutela il benessere psicologico del nostro personale. Ringrazio per questo tutti gli specialisti che hanno promosso e organizzato il corso».
«La forza di questo corso – spiega il Dr. Carlini – è nell’obiettivo: avere all’interno delle equipe sanitarie degli operatori “defuser”, ovvero in grado di dare immediatamente supporto ai colleghi per poter modulare le emozioni che si sviluppano in seguito a un vissuto traumatico. Se queste figure formate raggiungessero un numero adeguato, sarebbe infatti possibile prevederne uno in turno in grado di dare immediato supporto agli altri colleghi, indipendentemente che ciò si verifichi di giorno o di notte. Il mio auspicio pertanto è che a questa edizione ne seguano altre, per fare in modo di creare una rete di auto aiuto all’interno dell’ULSS 9. Ai promotori e ai formatori va tutta la mia gratitudine».
Prima dell’avvio del corso è stato somministrato a medici, infermieri e operatori un questionario per verificare se vi fosse effettivamente necessità di supporto psicologico, a cui ha risposto circa due terzi del personale. I risultati, analizzati dal Dipartimento di ricerca universitario, hanno effettivamente dimostrato disagi di varia natura psicologica.
Il corso, della durata di 8 ore, è stato strutturato in due parti. Nella prima parte lo psicologo, grazie all’esposizione dei dati e a un’intensa interattività di focus group, ha lasciato emergere nei partecipanti la disponibilità a esporre problematiche di cui si fatica a parlare. In seguito, i presenti sono stati suddivisi in piccoli gruppi e, guidati da un infermiere opportunamente preparato, hanno raccontato esperienze che li hanno colpiti in maniera importante dal punto di vista emotivo. Parlare del vissuto traumatico, in alcuni casi risalente anche a molti anni fa, in altri alla recente pandemia, ha aiutato a elaborare l’accaduto e a portare sollievo.
La seconda parte del corso è stata gestita, sotto la supervisione dello psicologo, da infermieri formati come tutor che hanno messo in scena simulazioni di eventi traumatici assieme ad alcuni dei partecipanti e guidato poi un “defusing” in gruppo della situazione simulata, seguito da una learning conversation con lo psicologo.
Al termine del corso, 34 su 39 partecipanti hanno dato disponibilità a effettuare una formazione ulteriore con il Dott. Madera, esperto di gruppi di auto aiuto, per diventare a loro volta defuser all’interno delle Unità Operative e aiutare i colleghi ad affrontare ed elaborare i momenti di difficoltà.