Ernesto Lamagna sceglie Verona per presentare la sua ultima opera intitolata Camargue, il vento folle della libertà nel giorno dell’inaugurazione della 119sima edizione di Fiera Cavalli.
Il ritorno è dei più suggestivi, infatti, buona parte della carriera professionale di Lamagna è legata alla città di Giulietta e Romeo. Proprio qui, l’artista di origini campane, nel 2000 presentò con il Prof. Alessandro Carene L’Angelo di Betzata, una delle sue opere più famose che gli valse il soprannome di “scultore degli angeli”.
La grande tela, raffigurante due cavalli della Camargue, rimarrà in esposizione all’ingresso di Verona Fiere per tutta la durata della manifestazione.
“Due cavalli allo specchio come anime gemelle in antitesi affine, che vogliono significare il bianco della realtà luminosa e il rosso dell’inconscio animoso, mentre il tratto realista segnala pennellate espressioniste di chiara visione interiore” questa la sintesi di Irene Danelli, storica dell’arte.
Come deciso da Ernesto Lamagna, che dimostra una particolare sensibilità e attenzione nei confronti del prossimo, l’opera sarà battuta all’asta e parte del ricavato sarà devoluto all’Unicef.
Artista attento alle dinamiche sociali, con una profonda conoscenza dell’uomo e delle sue imperfezioni, Lamagna vive la sua professione come una missione e si dice contrario all’opera da “soprammobile”: “personalmente mi sento in dovere di far fronte alle problematiche che questa società malata ci presenta”.
Non è un caso che, per onorare la chiamata di Fiera Cavalli, l’artista abbia deciso di attingere la propria ispirazione dalla Camargue, terra a sud della Francia, dove pascola un’omonima razza di cavalli rustici e resistenti che rappresentano perfettamente l’idea di emancipazione e distacco dalle sirene della società odierna.
“Camargue è un inno alla vita. Passione e libertà, rosso e bianco, forza ed eleganza, in questo quadro tutto convive in armonia” spiega Federico Martinelli.
Con il Maestro riusciamo anche a scambiare qualche parola su alcuni temi di attualità, come il referendum per l’autonomia del Veneto e la mancanza di prospettive lavarotive appaganti per i giovani, che sempre più spesso si vedono costretti ad emigrare dal nostro Paese.
“Ci stanno negando la libertà! La votazione a favore dell’autonomia per Veneto e Lombardia è servita a dare un segnale forte che non potrà essere ignorato. Ai giovani mi permetto di suggerire di non arrendersi e di investire nella cultura, prosegue Lamagna. Prendiamo l’esempio di Verona, vi erano moltissime fonderie artistiche, grandi scultori passavano da queste parti, Nag Arnoldi, Crocetta e altri. Purtroppo queste realtà stanno scomparendo per la mancanza di passaggi di conoscenza e sapienza, con il rischio di dissolvere un patrimonio culturale senza precedenti che ha reso l’Italia famosa nel mondo”.