Inizia la stagione venatoria. Ecco le specie che si potranno cacciare

 
 

Dal prossimo fine settimana la stagione della caccia in Veneto potrà regolarmente iniziare grazie a due delibere della Giunta regionale approvate oggi su proposta dell’assessore alla Caccia, Cristiano Corazzari. Il primo provvedimento è intervenuto sul calendario venatorio regionale 2024-2025, approvato il 10 giugno scorso, stabilendo il carniere giornaliero e stagionale per le seguenti specie: Mestolone, Marzaiola e Tordo sassello. Il secondo provvedimento invece rispristina la caccia ai Turdidi sebbene nella sola forma da appostamento.

Nel mese di settembre, infatti, il Tribunale amministrativo regionale, aveva provveduto ad accogliere in parte il ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste, tra cui la Lega per l’Abolizione della Caccia, WWF Italia, LIPU, LAV e ENDC sospendendo parzialmente con un’ordinanza il calendario venatorio regionale.

“Con le delibere approvate oggi – spiega l’assessore Corazzari – si fissa il carniere del Tordo sassello a 15 capi giornalieri per cacciatore rispetto ai potenziali 25. Una misura maggiormente tutelativa per lo stato di conservazione della specie. Parimenti per le specie Marzaiola (Spatula querquedula) e Mestolone (Spatula clypeata) si prevede la fissazione dello specifico carniere a18 capi anche qui invece dei 25 potenziali per cacciatore. Per tutte le rimanenti specie di avifauna migratoria valgono le disposizioni già previste dal vigente calendario venatorio”.

Con il secondo provvedimento la Giunta provvede a riaprire la caccia al Tordo sassello, Tordo bottaccio e alla Cesena a partire da subito con la sola limitazione, valida fino al due ottobre, che deve essere effettuata da appostamento. 

“Con questi due provvedimenti – sottolinea l’assessore Corazzari – la Regione del Veneto ha voluto dare risposte concrete al mondo venatorio, risolvendo un’impasse che l’ordinanza del Tar aveva determinato, coniugando il principio di precauzione con le legittime aspettative del mondo venatorio. Certi rappresentanti del mondo venatorio, anziché fomentare i cacciatori contro gli uffici regionali, impegnati da tempo in un lungo e approfondito lavoro istruttorio per dare forma a un calendario equilibrato, rispettoso dell’ambiente, delle normative europee e nazionali, dovrebbero evitare proteste strumentali che arrecano solo danno a un’Istituzione da sempre vicina ai cacciatori. Come ho più volte avuto modo di ribadire, anche a livello di conferenza Stato Regioni, il vero problema sta a monte nel rapporto tra Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e la regione. È una questione che solo a livello governativo potrà essere risolta”.