Fine settimana di grandi opere in Arena

 
 

Nel ricco cartellone del 101° Arena di Verona Opera Festival, venerdì 21 giugno fa il suo esordio stagionale Il Barbiere di Siviglia di Rossini, nell’ormai classico allestimento con giardino rococò di Hugo De Ana. Ad incorniciare questa prima, altre tre serate d’opera da giovedì 20 a domenica 23 giugno, sempre alle 21.30.

Piramidi di luce, trasparenze, laser, costumi tra iconografia egizia, alta moda e arte contemporanea: Aida, nel suo allestimento “di cristallo” curato in ogni aspetto da Stefano Poda, torna in scena giovedì 20 giugno confermando l’applaudito cast della prima: Marta Torbidoni, che ha esordito con successo nel ruolo e in Anfiteatro, riveste i panni di Aida, Gregory Kunde – appena insignito del Premio Lugo 2024 – è Radames, Agnieszka Rehlis la principessa Amneris, Riccardo Fassi il Re egizio, Francesca Maionchi la sacerdotessa, Riccardo Rados il messaggero. Due nuovi ingressi in locandina, entrambi al debutto stagionale in Arena: il basso Rafał Siwek come gran sacerdote Ramfis e il baritono Amartuvshin Ekhbat come Amonasro, re etiope e padre di Aida. L’Orchestra e il Coro di Fondazione Arena sono diretti da Marco Armiliato, con Ballo, Mimi e Figuranti a dar vita ad un popolo dilaniato dai conflitti e partecipe dei sentimenti dei protagonisti.

Sabato 22 giugno va in scena la terza rappresentazione di Turandot, primo dei tre titoli con cui Fondazione Arena omaggia Puccini nel centenario della morte, qui nell’allestimento da fiaba di Franco Zeffirelli con i costumi da Oscar di Emi Wada. La replica, che ha già registrato il tutto esaurito come le precedenti, confermerà in scena la principessa di ghiaccio del titolo, interpretata da Olga Maslova, accanto a Gregory Kunde come Calaf e Riccardo Fassi come Timur. Nel cast, che comprende anche Youngjun Park (Ping), Riccardo Rados (Pang), Matteo Macchioni (Pong), Nicolò Ceriani (Mandarino), debutta il soprano Daria Rybak come dolce e coraggiosa Liù. Sul podio, dopo il felice esordio, torna il giovane maestro Michele Spotti, a dirigere il cast, Orchestra e Coro areniani e le voci bianche del coro A.d’A.Mus. Dopo tre recite sold-out, rimangono alcuni posti per l’imperdibile quarta e ultima serata di Turandot, sabato 29 giugno.

Domenica 23 giugno chiude la settimana la terza data di Aida, opera regina dell’Arena, con nuovi artisti nel cast e sempre nell’allestimento del 100° Festival firmato da Stefano Poda. Marco Armiliato guida i complessi artisti di Fondazione Arena, con Marta Torbidoni alla sua ultima Aida di questa stagione e Agnieszka Rehlis come Amneris. Tornano Amartuvshin Ekhbat come Amonasro e Rafał Siwek come Ramfis, mentre debutta il tenore Martin Muehle nei panni di Radames, così come il basso Giorgi Manoshvili in quelli del Re. Completano la locandina Francesca Maionchi (sacerdotessa) e Riccardo Rados (messaggero). Con quattro spettacoli in quattro giorni, è di rilievo l’impegno alle maestranze areniane, con Coro, Ballo e Tecnici.

Il 20, 22 e 23 giugno coincidono inoltre con le prime date di Arena per tutti, il progetto di accessibilità all’opera più grande d’Europa, promosso da Fondazione Arena insieme a Müller. Ben 25 serate di spettacolo dal vivo, da giugno a settembre, durante le quali tutti avranno la possibilità di seguire l’opera con supporti ad hoc tra cui libri di sala digitali, audio descrizione per persone cieche e ipovedenti, sottotitoli specifici per persone sorde. Quest’anno, in tre differenti lingue: italiano, inglese e tedescoBen2.500 biglietti in più per persone con disabilità motoria, 100 per ogni serata. E, dalla prossima settimana, percorsi sensoriali per persone con disabilità. Info e prenotazioni sul sito www.arenapertutti.it e all’indirizzo e-mail [email protected].

 
 
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.