Filici, CGIL, “crisi profonda della sanità”

 
 

“Come evidenziato anche all’Ulss 9 Scaligera siamo in presenza di una vera e propria crisi profonda della sanità anche nella nostra provincia nonostante le periodiche rassicurazioni e le promesse provenienti dalla Regione Veneto  e dai dirigenti della sanità veronese. Si dichiara che attualmente, nel nostro territorio, ci sono 11 mila veronesi in attesa di conoscere la data della propria prestazione sanitaria, sia essa visita specialistica, esame diagnostico, prima visita o appuntamenti conseguenti, e che mancano  150 medici”.

Così Adriano Filice, Segretario generale di di Spi Cgil Verona

“Noi del sindacato, a questi undicimila veronesi, e a tutti i cittadini che vedono negata una data per effettuare la visita medica di cui hanno bisogno, diciamo di far valere i propri diritti attivando immediatamente il percorso di tutela compilando la domanda di rispetto dei tempi prescritti e mandando regolare richiesta all’Ulss 9 con allegato la prescrizione del medico e il promemoria del CUP come indicato dalla stessa Regione Veneto la quale è obbligata a contattare la persona e a dare la data nei tempi dovuti.

Citiamo testuale come stabilito da CHIARIMENTO APPLICAZIONE DECRETO LEGISLATI124/98 DEL 13.05.2024 dall’art. 3 comma 13 del Decreto Legislativo 124 del 1998 e, in particolare, al disposto: 

“qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato (…) l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero professionale intramuraria, ponendo a carico dell’azienda unità sanitaria locale di appartenenza e dell’azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti”,

Noi riteniamo che questa sia diventata una vera e propria emergenza sociale perché, a fronte del fatto che non si ha una risposta dal pubblico, le persone sono obbligate a rivolgersi al privato e in molti rinunciano a curarsi. A fronte della tassazione che grava su salari e pensioni e gli importi medi molto bassi di retribuzioni e assegni pensionistici (1.175 euro al mese nel veronese, con un netto divario tra gli uomini che percepiscono circa 1.550 euro e le donne il cui assegno medio è di appena 850 euro nel settore privato)  queste sono spese insostenibili per le famiglie”.